Israele riapre al Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite. Il premier Benjamin Netanyahu ha messo fine oggi, domenica, alla rottura con l’organismo internazionale. La frattura si era creata un anno e mezzo fa a seguito della volontà di creare una commissione d'inchiesta sulle colonie ebraiche in Cisgiordania e sui rioni ebraici di
Gerusalemme est. Martedì una delegazione di Tel Aviv andrà a Ginevra per mettersi a disposizione di controlli nel paese e nei territori occupati.
Una distensione sollecitata
Il passo compiuto domenica era stato auspicato nelle scorse settimane dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, nonché da vari paesi quali USA e Germania. Questi si erano appellati ad Israele affinché non boicottasse l’ispettorato. Israele si sentiva discriminato dal Consiglio per i diritti dell'uomo, ma è ora pronto a ristabilire la cooperazione.
ATS/Da.Pa.
Liberati 26 palestinesi
La decisione coincide con la liberazione di 26 detenuti palestinesi. La scarcerazione si allinea alle intese di luglio per il rilancio dei negoziati di pace con l'Autorità nazionale palestinese (Anp). Questi, come si legge in un comunicato del Governo di Tel Aviv si sono “macchiati di crimini terroristici prima degli accordi di Oslo”. Si tratta del secondo scaglione di detenuti (su un totale di 104) rimessi in libertà.
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