Svizzera

Crisi, svizzeri un po' più fiduciosi

Emergenza coronavirus e percezione da parte della popolazione: gli esiti dell'ultimo sondaggio lanciato online dalla SSR

  • 7 aprile 2020, 19:01
  • 9 giugno 2023, 23:52
Il sondaggio è stato elaborato dall'istituto demoscopico Sotomo

Il sondaggio è stato elaborato dall'istituto demoscopico Sotomo

  • keystone

È l'immagine di una Svizzera almeno in parte più fiduciosa, quella che emerge dagli esiti del nuovo sondaggio online che la SSR ha proposto lo scorso weekend sui suoi portali d'informazione. Come già lo scorso mese, si trattava di sondare nuovamente il morale della popolazione costretta fra le tante maglie dell'emergenza coronavirus.

I risultati del sondaggio - elaborato dall'istituto di ricerca demoscopica Sotomo - evidenziano una crescita del numero delle persone che esprimono ottimismo, più o meno pronunciato, sugli sviluppi e sugli esiti della crisi in Svizzera. La quota in questione, fra la fine di marzo e l'inizio di aprile, risulta infatti aumentata nella misura di alcuni punti percentuali. Ed è una tendenza che, seppur in tono minore, si riscontra anche nella Svizzera italiana.

Percezione delle prospettive legate alla crisi

Percezione delle prospettive legate alla crisi

  • rsi/sotomo

Rispetto al primo sondaggio di fine marzo è inoltre aumentata in misura considerevole - e più precisamente dal 25% al 69% - la quota complessiva di interpellati che giudicano improbabile la prospettiva di un collasso degli ospedali analogo a quello verificatosi in Lombardia. Anche nella Svizzera italiana, nonostante la maggiore incidenza dell'epidemia nella regione, tale valutazione risulta ora ampiamente condivisa (61%).

Svizzeri più fiduciosi, quindi, ma non per questo meno guardinghi di fronte alle insidie dell'epidemia. Appare infatti in sensibile crescita, e più precisamente dal 38% al 47%, il numero di coloro che al di fuori della propria sfera personale non hanno avuto contatti con altre persone per più di 15 minuti e ad una distanza inferiore ai 2 metri (ossia al di sotto delle prescrizioni sanitarie diramate per evitare i rischi di contagio). Inoltre, sempre sullo sfondo dei tanti timori alla propagazione della malattia, una netta maggioranza - quantificabile a livello nazionale nel 61% degli interpellati - si dichiara apertamente o tendenzialmente favorevole ad un inasprimento delle misure volte a limitare la libertà di movimento durante il periodo pasquale. Tale percentuale si estende fino all'85% nella Svizzera italiana, da dove sono partiti molteplici appelli a evitare gli spostamenti verso il sud delle Alpi.

Nell'imminenza del periodo pasquale

Nell'imminenza del periodo pasquale

  • rsi/sotomo

Una maggioranza dei partecipanti al sondaggio si dichiara invece apertamente o tendenzialmente contraria all'ipotesi di un obbligo a indossare mascherine protettive quando si fa la spesa. Questo genere di misura, nettamente avversata nella Svizzera tedesca, trova invece consensi maggioritari in quella italofona.

Ipotesi di uso obbligatorio delle mascherine protettive facendo gli acquisti

Ipotesi di uso obbligatorio delle mascherine protettive negli esercizi commerciali

  • rsi/sotomo

Le speciali disposizioni legate allo stato di necessità restano in vigore almeno fino al prossimo 19 aprile. Ma cosa si aspetta la popolazione dopo quella scadenza? Il 40% degli interpellati auspica, in una misura più o meno incisiva, un allentamento dei provvedimenti restrittivi. Il 37% propende invece per un mantenimento senza variazioni. A favore di un inasprimento delle misure è invece il 13%.

Il netto aumento della disoccupazione reso noto proprio stamani ha evidenziato una volta di più il pesante impatto della crisi sull'economia. In base agli esiti del sondaggio, a temere la perdita dell'impiego sono in particolare gli interpellati attivi in tre comparti: turismo e ristorazione, media, sport e benessere. Sempre in evidenza è quindi la gravità della situazione che concerne i lavoratori indipendenti: la quota di coloro che segnalano una mancanza totale di lavoro è aumentata infatti dal 28% al 33%; in Romandia arriva al 36%.

Veniamo quindi alle valutazioni espresse sull'operato della politica in questa situazione di crisi. Già a fine marzo una chiara maggioranza, complessivamente del 63%, esprimeva fiducia circa la gestione della crisi da parte del Consiglio federale. Ora questo clima di affidamento si attesta al 67% e trova riscontro anche nel dato della Svizzera italiana, dove dopo un paio di settimane si è passati dal 46% al 62%.

Velocità di reazione agli eventi della crisi da parte del Governo

Velocità di reazione agli eventi della crisi da parte del Governo

  • rsi/sotomo

Anche la reattività alla crisi da parte del Governo viene ora giudicata appropriata dal 62% dei partecipanti al sondaggio. Solo due settimane fa, divideva invece nettamente il campo degli interpellati. I giudizi più severi continuano invece a prevalere, nella misura del 59%, nella Svizzera italiana.

Il sondaggio, che si basa sulle risposte espresse da quasi 30'000 persone, presenta un margine di errore statistico. per eccesso o per difetto, di 1,2 punti percentuali.

Alex Ricordi

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