Migranti: pressing svizzero sull'Italia

La Svizzera comprende la situazione in cui si trova l’Italia con l’emergenza sbarchi, ma la sospensione dei trasferimenti di migranti irregolari fermati negli altri paesi della zona Schengen pone gli altri Stati di fronte ad una delicata sfida politica. È il passaggio più importante del comunicato che l’ufficio di Elisabeth Baume-Schneider ha diffuso dopo l’incontro della consigliera federale con il collega italiano Matteo Piantedosi oggi (mercoledi) a Roma. "Si tratta di una misura unilaterale che indebolisce il sistema Dublino e la politica europea in materia di asilo".

L'Italia ha aperto alla possibilità di rimuovere il blocco, decretato in dicembre. Prima però vanno ampliate le capacità di accoglienza, ha affermato Piantedosi. Nell’aprile scorso il governo Meloni ha decretato lo stato di emergenza sui migranti.

La Svizzera è peraltro pronta a fare la sua parte: la segreteria di Stato per la migrazione sta studiando un progetto da 20 milioni di franchi per la costruzione di infrastrutture di accoglienza e per il sostegno psicologico ai minori non accompagnati che sbarcano in Italia.

Un altro progetto allo studio, da 500 mila franchi, riguarda la formazione di mediatori culturali che operano accanto ai guardacoste nelle missioni di soccorso. I fondi potrebbero provenire dal pacchetto di sostegno svizzero alla coesione regionale dell’Unione europea e dei suoi paesi.

Ma il vero nodo del contendere è la riforma del sistema europeo di asilo, che è stata uno dei temi nella discussione odierna tra i due ministri a Roma. Sul tema diverse presidenze UE si sono bruciate le dita e alla Svezia - attuale titolare del semestre – le cose non stanno andando meglio. L’Italia, sostenuta in buona misura dagli altri paesi del Mediterraneo, continua a chiedere meccanismi vincolanti e solidarietà nel ripartire il fardello degli sbarchi, ma sulla stessa cosa altri paesi sono risolutamente contrari.