Svizzera

Dieudonné, “nessuna denuncia”

Il Municipio di Nyon e la CICAD affermano che nello spettacolo andato in scena non ci sono elementi per un procedimento per odio razziale

  • 07.02.2014, 16:32
  • 06.06.2023, 13:56
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  • KEYSTONE

Gli spettacoli del controverso comico francese Dieudonné andati di recente in scena a Nyon non dovrebbero, per il momento, non avranno un seguito sotto forma di procedimenti giudiziari. Il Municipio e la CICAD (Coordinamento intercomunitario contro l’antisemitismo e la diffamazione) non hanno infatti intenzione di sporgere denuncia dopo la prima serie di rappresentazioni.

Rappresentazioni alle quali la città stessa ha inviato dei testimoni in sala, che avevano lo scopo di verificare che non vi fossero derive razziste da parte dell’umorista franco-camerunense.

“Non ci sono elementi per sporgere denuncia per violazione dell’articolo 261 bis del Codice penale (incitazione all’odio razziale)”, ha dunque dichiarato all’agenzia stampa svizzera ATS il municipale Olivier Mayor, responsabile della cultura.

Stesse conclusioni quelle tratte dalla CICAD, la quale, per bocca della sua segretaria generale Johanne Gurinkiel, ha però affermato che “rimarrà vigile” e che Dieudonné “sarà tenuto sott’occhio”. Il comico sarà di nuovo presente sulle rive del Lemano per riproporre al pubblico, sempre numerosissimo per le sue pièce teatrali, lo spettacolo “Asu Zoa”, versione edulcorata di “Le Mur”, vietato in Francia dal Consiglio di Stato.
Gli spettacoli andati finora in scena hanno registrato il tutto esaurito, così come quelli futuri, già da tempo “sold out”.

Molte le “quenelles” (il gesto inventato dall’umorista che molti considerano un saluto romano al contrario e dunque antisemita) fatte iN sala, ma Dieudonné ha finora evitato di esprimere propositi contro gli ebrei, gli stessi che hanno acceso la polemica in Francia.

ATS/LudoC.

Assolto in casa

Dieudonné è stato nel frattempo assolto in Francia dall’accusa di aver diffuso in rete un filmato in cui lui stesso esprime propositi antisemiti. Secondo il Tribunale, che non si è pronunciato sul contenuto del filmato, l’umorista non può esser incolpato per la sua diffusione virale in rete.

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