Ticino e Grigioni

"Aziende rapaci"

Le organizzazioni umanitarie: "Diverse aziende, alcune anche in Ticino, non controllano i fornitori esteri che sfruttano i bambini e inquinano"

  • 13 settembre 2018, 21:54
  • 9 giugno 2023, 00:20

CSI 18.00 del 13.09.18 Il servizio di Daniela Giannini

RSI Ticino e Grigioni 13.09.2018, 19:15

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Sacrificio quaresimale e Pane per tutti tornano a puntare il dito contro diverse aziende svizzere (32 per l'esattezza) responsabili, secondo le organizzazioni umanitarie, di violazione dei diritti umani e ambientali. Accuse mosse sulla base di uno studio pubblicato giovedì, nel quale si fa riferimento anche a tre aziende attive in Ticino.

Estrazione di materie prime con inquinamento del suolo, dell'acqua, dell'aria. Bambini che lavorano in cave. Oro estratto illegalmente. E visto che tre delle cinque raffinerie d'oro elvetiche si trovano nel Mendrisiotto, le prime si sono ritrovate nella lista delle imprese chiamate in causa.

"Vi sono stati casi di lavoro minorile in Togo, di lavoro forzato in Perù e la provenienza di oro da zone di conflitto nella Repubblica Democratica del Congo", spiega alla RSI Federica Mauri, responsabile delle relazioni pubbliche di Sacrificio quaresimale.

A queste critiche, lo ricordiamo, già negli scorsi anni le tre ditte ticinesi hanno risposto che non si riforniscono dalle miniere incriminate dai rapporti dell'ONG.

"Non per forza puntiamo il dito contro queste tre aziende - ribatte Federica Mauri -. Il problema sta nel controllo della catena di fornitori e questo non concerne solo loro, perché anche le multinazionali svizzere lavorano con migliaia di fornitori in tutto il mondo. Penso ad esempio in India in Cina nel settore dell'elettronica dove la salute è la sicurezza sul lavoro pongono grossi problemi. Ogni anno migliaia di persone si ammalano o muoiono anche per aver, ad esempio, manipolato sostanze nocive come il benzene. Ma di questi casi qui non si parla".

Nel 2015, in Svizzera, sono state raccolte 140'000 firme da 77 diverse organizzazioni, unite nel chiedere che le multinazionali siano più responsabili, rispettino regole più rigide. L'iniziativa, dopo essere passata in Consiglio Nazionale (che ha presentato un controprogetto), è ora agli Stati. Il tema, quindi, è in mano alla politica.

CSI/D. Giannini/M. Ang.

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