Dal feticismo alla violenza
Rinviato a giudizio un 49enne locarnese. Avrebbe stuprato, picchiato e afferrato per il collo la moglie
Uno strano rituale feticista e le gravissime derive che avrebbe provocato. È questo il tema della triste vicenda che porterà presto in aula un 49enne ticinese domiciliato a Locarno. Presunta vittima la moglie, di professione prostituta, a cui amava chiedere di spezzare con i piedi delle sigarette accese.
Per lui era un bisogno. Al punto – almeno secondo la tesi accusatoria – da scatenare la sua ira in caso di rifiuto. L’episodio più inquietante sarebbe avvenuto il 23 marzo scorso, quando avrebbe cominciato a bruciare le gambe della donna, suscitandone la reazione. Dopo averla colpita al viso l’avrebbe strangolata fino a impedirle di respirare, per poi scaraventarla a terra e violentarla.
Altri due stupri, dalle dinamiche simili, risalirebbero al mese di febbraio. L’uomo contesta però tutti gli addebiti. Ammette unicamente una lite scoppiata con la moglie, a suon di pugni e altro, nel dicembre del 2019.
Sul 49enne (in carcere da aprile) è stata condotta una perizia psichiatrica, che a suo favore ha ravvisato una lieve scemata imputabilità, riconducibile al deficit mentale di cui è affetto. Medio – ha concluso l’esperto – il rischio di recidiva.
La procuratrice Chiara Borelli, che chiederà una pena superiore ai cinque anni, ha appena firmato il rinvio a giudizio. Esposizione a pericolo della vita altrui, coazione sessuale, violenza carnale e lesioni semplici le accuse sulle quali dovrà chinarsi la Corte delle Assise Criminali, che sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta.