Ticino e Grigioni

Frode al fisco della ‘ndrangheta

Nella maxi-inchiesta italiana che ieri ha portato all’arresto di 18 persone figurano anche tre società attive anche in Ticino

  • 29 gennaio 2020, 22:12
  • 9 giugno 2023, 21:33

Ndrangheta in Lombardia, tre società in Ticino

Telegiornale 29.01.2020, 21:00

Di: TG-Pacella/Red. MM

160 milioni di euro di fatture false e, dal 2015 al 2018, un’evasione che ha arricchito il gruppo per oltre 34milioni. Ieri (martedì) sono state arrestate in tutta Italia 18 persone su ordine dell’Antimafia di Milano. Dietro di loro l’ombra di uno dei clan più potenti della Lombardia: Morabito-Bruzzaniti-Palamara.

Al centro dell’indagine c'è un 53enne imprenditore di Lecco che aveva contatti diretti con i boss. Le persone sono accusate - a vario titolo - di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, estorsione, usura ed auto-riciclaggio.

Il meccanismo per frodare il fisco era complesso: una frode "carosello" per evadere l'Iva nel settore delle telecomunicazioni, attraverso una sofisticata rete di società intestate a prestanome, di cui alcune attive anche in Svizzera.

Nelle maglie delle oltre 250 pagine dell’inchiesta che la RSI ha potuto consultare, figurano anche tre società con sede in Ticino. Sono attive a Chiasso, Lugano e Locarno. Tutte nel settore della telecomunicazione.

“Le società estere create e controllate dall’organizzazione servivano a movimentare flussi di denaro e costituire fondi occulti per i membri dell’associazione” ci ha spiegato il tenente colonnello Fabio Antonacchio della Guardia di finanza.

Quella di Chiasso ad esempio è attiva dal 2010 e, come leggiamo dal Registro di commercio, lo scopo societario è tra le altre cose “la fornitura di servizi e l’assistenza nel campo informatico e delle telecomunicazioni."

Da noi interpellato il Ministero pubblico della Confederazione conferma di aver eseguito una domanda di assistenza giudiziaria in questo contesto. Non sono dunque esclusi nuovi sviluppi. L'inchiesta denominata Garpez, prende spunto dalla firma di un noto pittore, questo perché, fra i beni sequestrati, ci sono anche quadri di valore.

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