Ticino e Grigioni

"La montagna ha un aspetto mistico e religioso"

Intervista a Sanu Sherpa, l’alpinista dei record: “Conta anche la fortuna, e io finora ne ho avuta molta”

  • 2 February 2023, 20:39
  • 3 July 2023, 10:54
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Intervista a Sanu Sherpa, l'alpinista dei record

Telegiornale 02.02.2023, 21:00

Di: Telegiornale-Cravero/Red.MM

È il primo uomo al mondo ad aver scalato almeno due volte le 14 montagne più alte del mondo, i famosi ottomila metri. Il nepalese Sanu Sherpa, alpinista e guida è in Ticino in questi giorni grazie all'associazione Mani per il Nepal.

Quello dell'alpinista, tuttavia, non era il suo destino: nato in un villaggio di pastori ai piedi dell’Himalaya avrebbe dovuto occuparsi del bestiame della sua famiglia. Ma a 31 anni decide di partire per Kathmandu e di scalare le montagne, prima come portatore poi come guida alpina. La passione per la montagna è qualcosa che aveva nel sangue.

“Sono nato tra le montagne a 2200 metri e ho sempre guardato le vette con grande ammirazione e curiosità – spiega lui stesso ai microfoni del Telegiornale - Mi sono sempre domandato cosa ci fosse in cima. C'è un aspetto mistico e religioso dietro la montagna; quando ho raggiunto la mia prima vetta mi sono sentito in cima al mondo. È stata un'esperienza indimenticabile che è diventata il mio lavoro. Ora quando raggiungo la cima si aggiunge la soddisfazione di aver fatto provare questa esperienza ai miei clienti”.

Ed è proprio scalando le vette insieme ai turisti che diventa il primo uomo a raggiungere le cime più alte del mondo almeno due volte: un record raggiunto senza sponsor e un po’ per caso. ma sempre con grande rispetto per la montagna e la natura.

“Ho avuto clienti che avevano poca esperienza con la montagna ma che ce l'hanno fatta. – racconta - Conta sia la preparazione fisica, ma ancora di più quella mentale. Prima di scalare l'Everest porto sempre le persone a 6’000 metri perché è lì che si capisce se uno è pronto a raggiungere gli 8’000”.

La montagna non è per tutti anche se negli ultimi anni raggiungere gli 8’000 metri è diventata quasi una moda, oltre che un grande business: “Quando vedo le immagini delle code sull’Everest mi piange il cuore perché anche se questo è il mio lavoro in ballo c'è la vita delle persone, la nostra vita. In una spedizione non è importante solo raggiungere la vetta ma tornare indietro vivi. Il rispetto della montagna e della natura è fondamentale, ma c'è anche una componente di fortuna. La fortuna di avere la meteo a favore, la fortuna di non avere incidenti sul percorso e io finora sono stato molto fortunato”.

Sanu Sherpa ha 47 anni, ma vorrebbe continuare a fare la guida fino ai 50, anche se, ci confida, “in questo momento sento di avere la stessa energia di quando ne avevo 20, quindi chi lo sa…”

Una volta in pensione, ci dice, gli piacerebbe magari tornare in svizzera a scoprire le Alpi.

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