"Noi, vittime, non siamo state ascoltate"
Rabbia e umiliazione per il comportamento di alcuni soci: la testimonianza di due donne dopo l'assemblea straordinaria di Unitas
Ha suscitato grande scalpore lo scandalo che negli ultimi mesi ha travolto Unitas, la sezione per la Svizzera italiana della Federazione svizzera dei ciechi e deboli di vista, che ha visto un suo ex dirigente coinvolto in casi di molestie sessuali.
SEIDISERA è riuscita a ottenere le impressioni di due persone, vittime dell'ex alto dirigente di Unitas, che hanno presenziato sabato all'assemblea straordinaria dell'associazione, durante la quale è stata presentata la sintesi dell'audit commissionato per fare luce sulla vicenda (vd. correlati).
"Per me, dopo 40 anni di Unitas, è stata assolutamente l'assemblea più scandalosamente deludente” racconta sotto anonimato la prima interlocutrice, senza nascondere la rabbia e la frustrazione per il trattamento riservatole. “Non c'è stato modo di poter parlare: il Comitato ha rifiutato di confrontarsi con noi vittime e non ci ha dato le risposte alle domande che ponevamo.”
E come se non bastasse, oltre il danno pure la beffa. Dopo che il Comitato ha ammesso sommariamente le sue colpe - "che ha lavorato male, che non ha fatto mai niente per le vittime, che è stato lì a guardare per 25 anni" continua la donna - un gruppo di soci ha risposto con applausi e complimenti. "Mi sono sentita umiliata; è veramente una cosa atroce e faccio ancora fatica a digerirla".
Anche una seconda persona, vittima della vicenda, ha fatto eco al resoconto. “Per me la cosa più deludente è stato come si sono comportati certi soci: ci sono stati alcuni soci che chiaramente hanno tenuto la parte di questa persona” e poi ancora: "Noi vittime non siamo state ascoltate".
Qualcuno ha addirittura provato ad avanzare insinuazioni maligne: "A me quasi si è detto che ho parlato per avere soldi" racconta ferita una delle due donne. Eppure i soldi “non c'entrano nulla: quello che lui ha fatto con me è capitato veramente”. "Io sono entrata in Unitas per avere sostegno e non per ritrovarmi in questa situazione", ha spiegato.
Sulla scia delle polemiche relative a questa vicenda - che è emersa grazie al coraggio delle vittime - qualcosa si sta muovendo. Sabato, con l'assemblea straordinaria è iniziata la sostituzione di certe persone ai vertici. Ma dopo il comportamento tenuto sabato da alcuni soci, le vittime hanno solo dubbi e perplessità rispetto il futuro di Unitas.
"Quello che deve assolutamente cambiare è la mentalità dei soci, altrimenti non si può veramente fare niente", dichiara la prima persona e aggiunge: "Possono cambiare tutti gli statuti e tutti i comitati possibili però non cambierà niente”.
"Mi hanno tolto tutto l'entusiasmo" - dichiara la stessa - "perciò penso che non spenderò neanche più un minuto a pensare cosa fare per un'associazione alla quale davvero non sento più di far parte: auguro veramente il bene a tutti, ma ora basta".
Così anche la seconda persona che, augurando il meglio all'associazione, dichiara la volontà di allontanarsene: "Non sarò ancora molto presente in Unitas".
Dopo quello che hanno vissuto e quello che hanno sentito, il miglioramento non sembra in vista. Per ora rimane la delusione e l'amarezza per un'assemblea che non ha ascoltato la voce di quelle stesse persone che, negli anni, avrebbe dovuto aiutare e difendere.
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