"Basta viaggi della speranza"
Secondo gli ospiti odierni di Modem, bisogna evitare che i profughi tentino la traversata in mare verso l'Europa offrendo loro un viaggio sicuro
Quasi 600 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo negli ultimi otto giorni. Si tratta di un tragico bilancio che sta scuotendo l’opinione pubblica e che ha spinto i politici europei a discuterne affinché in futuro non debbano più succedere tragedie simili. Ma, in concreto, cosa si può e si deve fare?
“L’immigrazione può essere fermata solo con un intervento politico internazionale. È necessario andare a prendere le persone che fuggono dai loro paesi sulle coste libiche, da dove intendono partire verso l'Europa per mare, e offrire loro un’opportunità per il futuro”. È quanto ha affermato lunedì a Modem, su ReteUno, Zakaria Mohammed Ali , un giornalista somalo che sa di cosa parla: nel 2008, infatti, è stato lui stesso protagonista (fortunato) di uno dei tanti “viaggi della speranza”.
E anche Fulvio Vassallo Paleologo è d’accordo sulla necessità di un vero intervento umanitario atto ad evitare la partenza via mare. Ma, stando al docente di diritto dell'asilo e dell'immigrazione all'università di Palermo, è necessario anche un migliore sistema di accoglienza in Italia (“degno di questo nome e non caratterizzato dalla precarietà”) e soprattutto un’iniziativa a livello europeo che finora è mancata. “Ma – conclude - io sono pessimista”.
Ma c’è anche altro. “Bisogna cooperare con i paesi di origine e di transito dell’immigrazione, come la Libia e altri paesi del nord Africa”, ha detto - sempre a Modem - Michele Cercone . Il portavoce della commissaria europea per gli affari interni Cecilia Malmstrom ha spiegato che, ad esempio, “è già stato concluso un partenariato di mobilità con il Marocco, che prevede di migliorare i canali di migrazione e lottare contro i trafficanti di morte che stanno dietro a queste tragedie. Si tratta di criminali che sfruttano la disperazione della gente e queste persone vanno fermate”.
SM/Modem