Cultura e spettacoli

Alice fa meraviglie

Palma d'oro turca e exploit della Rohrwacher - Il commento al Palmares di Cannes

  • 25 maggio 2014, 09:26
  • 6 settembre 2023, 05:05
Il regista turco Nuri Bilge Ceylan

Il regista turco Nuri Bilge Ceylan

  • Keystone

Il Corriere del Ticino (non ce ne voglia l'ottimo Antonio Mariotti) dovrà ricredersi. Dopo la proiezione aveva titolato "Alice non fa meraviglie". Ora rievocare Lewis Carroll diventa inevitabile, perché Alice Rohrwacher nel paese delle meraviglie ci va davvero. 33 anni e due soli film all'attivo, attraversa lo specchio della gloria cinematografica e traghetta la linea verde registica verso il futuro, in una manifestazione che di solito si affeziona fin troppo ai suoi autori consolidati.

La presidente di giuria Jane Campion si è detta stregata, altri giurati hanno ammesso di aver pianto di emozione guardando "Le meraviglie", che conferma la sensibilità della regista italiana per l'universo infantile. Gioiscono insieme a lei anche la Amka Films di Savosa e la RSI. Non capita tutti i giorni che un territorio piccolo come la Svizzera italiana coproduca un'opera in concorso a Cannes, figuriamoci vincere il Grand Prix, il secondo premio.

Linea verde che passa solo parzialmente, perché i pronostici per la Palma d'oro parevano orientarsi verso il 25enne canadese Xavier Dolan e il suo "Mommy". Solo Premio della giuria, invece, ex-aequo con il veterano Jean Luc godard, quasi 84 anni.

Trionfa dunque il turco Nuri Bilge Ceylan, uno praticamente cresciuto sulla Croisette. In carniere aveva già due Grand Prix e una migliore regia. "Winter Sleep", meditazione in un villaggio sperduto della Cappadocia su rapporti umani, rinunce, malumori mai sopiti e differenze di classe era l'ideale per arrivare finalmente all'alloro massimo. Però sono 3 ore e 16 minuti, lente, parlatissime, che difficilmente sapranno portare in sala il pubblico. Gli altri premi: miglior attore Timothy Spall ("Mr Turner"); migliore attrice Julianne Moore ("Map to the Stars"); miglior regista Bennett Miller ("Foxcatcher"); migliore sceneggiatura quella di "Leviathan".

L'inviato - Marco Zucchi


RG 12.30 del 25/05/2014 La corrispondenza di Marco Zucchi

RSI New Articles 25.05.2014, 12:40

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