Netflix, il servizio di streaming online più diffuso al mondo, alla borsa di New York ha perso 58 miliardi di dollari pari a quasi il 40% del suo valore azionario. Un tonfo che è la diretta conseguenza della perdita, nell’ultimo trimestre, di 200'000 abbonati a livello globale a fronte di un incremento previsto di 2,5 milioni di utenti. Tra gli scenari futuri ipotizzati c’è addirittura la possibilità di un abbonamento che preveda la pubblicità. Come si spiega questa battuta d’arresto? Le ipotesi di Paolo Carelli che insegna alla Cattolica di Milano Brescia, dove è docente di Teoria e Tecnica dei Media e Storia e Linguaggi del Broadcasting.
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