GERONIMO Filosofia
Martedì 15 settembre 2015 alle 11:35
Replica alle 23.33 e sabato alle 09.00
Silenzio, parla Re Lear
Filosofia 15.09.2015, 13:35
Contenuto audio
Cosa ci dice ancora oggi Shakespeare attraverso le vicende di Re Lear? E come leggere il nostro contemporaneo?
“Re Lear è la rappresentazione di una catastrofe e va perciò interpretato in chiave apocalittica. Nel testo tutto è eccessivo: la natura, i personaggi, le situazioni. Tutto è sofferenza ma non porta né insegna nulla, come invece accadeva nella tragedia greca, e non ci sono catarsi né tanto meno salvezza. Lo stesso accadeva in Amleto. Qui, però, tutto è portato all’eccesso. Lo stesso Lear è un eccesso, un forsennato. Eccede in amore ma anche in desiderio di potere, di auctoritas, e ricorda di essere sempre stato dominato da “isterica passione”, la malattia ereditata dalla madre. È grottesco. Lear vuole tenere auctoritas senza potestas, dice di essere stanco ma mai è stato capace di reggere lo Stato”.
Sono le parole del filosofo Massimo Cacciari che alla rilettura del Re Lear shakespeariano ha dedicato il suo ultimo saggio, Re Lear. Padri, figli, eredi - edito da Saletta dell’Uva. Un testo che parla di amore e potere, di padri e figli, ma anche dell’impossibilità di trasmettere l’esperienza.
Una catastrofe che si traduce anche nella tempesta al centro della tragedia. Il Genitore non è più sinonimo di autorità. Il pater potens, figura fondamentale di tutta la civiltà Indoeuropea, viene meno.
Al tema dell’ereditare sarà dedicata anche la prossima edizione del Festival Filosofia di Modena Carpi e Sassuolo, che si terrà in questo weekend 18-20 settembre, e dove Massimo Cacciari terrà una Lezione magistrale nella Piazza Grande di Modena, dal titolo “Figliolanza”.
Massimo Cacciari è professore emerito di Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Tra le sue pubblicazioni, molte delle quali tradotte e molte edite soltanto all’estero. Tra le più recenti ricordiamo: Della cosa ultima (Milano 2004); Dallo Steinhof. Prospettive viennesi del primo Novecento (Milano 2005); Tre icone (Milano 2007); La città (Rimini 2009); Hamletica (Milano 2009); Il dolore dell’altro. Una lettura dell’Ecuba di Euripide e del Libro di Giobbe (Caserta 2010); Io sono il Signore Dio tuo (con P. Coda, Bologna 2010); Ama il prossimo tuo (con E. Bianchi, Bologna 2011); Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto (Milano 2012); Il potere che frena (Milano 2013); Labirinto filosofico (Milano 2014); Filologia e filosofia (Bologna 2015).
La sua ricerca teoretica si concentra nel “trittico”: Dell’Inizio, Milano 1990; Della cosa ultima, Milano 2004; Labirinto filosofico, Milano 2014.