Ha scritto Corrado Stajano che il fotografo italiano Mario Dondero ha “il dono di cogliere i piccoli momenti, di fissare l’attimo di cui non resterà traccia nel mondo”.
Questa osservazione di Stajano ben si addice alla scoperta che anni fa molti fecero visitando presso la Fabbrica di Losone una mostra di Dondero: fra le altre, vi era esposta una fotografia con la didascalia «Berlino Est dal tetto del Reichstag il giorno prima della caduta del Muro, novembre 1989». È un’immagine imponente, in cui si vede dall’alto il Muro ancora in piedi, le case della Berlino est con le finestre murate, non una figura umana, e all’orizzonte un cielo nero. Una vigilia drammatica, certo, che faceva da preludio alla gioia del giorno dopo quando finalmente il Muro cadde, meglio, venne sbriciolato pezzo a pezzo, nell’incredulità e nella gioia dei berlinesi: quelli di qua e di là del Muro.
Questo racconta Mario Dondero: con la cronaca di quei giorni, l’avventura di riuscire a salire in cima al tetto del Reichstag, bloccato da severi guardiani che, alla fine, vedendolo ricoperto solo di macchine fotografiche le diedero 5 minuti per scattare la storica immagine.
Ecco perché a 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, in una settimana di rievocazioni storiche e di analisi politiche, è preziosa la testimonianza di chi era presente a Berlino Est proprio in quei giorni. Lo scrittore Francesco Biamonti ha osservato che Dondero si è «messo in testa di avere un forte, definitivo appuntamento con l’angelo della storia» e che quindi «corre qua e là a cercarlo». Quella volta a Berlino Mario Dondero l’ha proprio incontrato l’«angelo della storia». Ma la sua testimonianza, da profondo conoscitore della Berlino di quei tempi, diventa oggi anche analisi storica e politica di quegli eventi.

Mario Dondero, testimone della caduta del Muro di Berlino
Laser 03.11.2014, 10:00
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