Oggi, la storia
Giovedì 08 ottobre 2015 - 07:05
“Non devi avere rispetto per gli altri uomini più che per te stesso, né agir male quando nessuno lo sappia più che quando tutti lo sappiano, ma devi avere per te il massimo rispetto che impone alla tua anima di non fare quello che non si deve fare.”
Con queste parole Democrito, nel V secolo avanti cristo, pone il rispetto a fondamento dell’etica, mentre Platone, nel suo Protagora, fa donare agli uomini rispetto e giustizia, perché il fuoco rubato da Prometeo agli dei non bastava per una convivenza pacifica: solo il rispetto può creare tra gli uomini vincoli di benevolenza.
Aristotele lo considera un’emozione, mostrandone il suo essere connaturato alla vita umana. Attraverso un lungo cammino filosofico, questa idea arriva fino a Kant, come premessa della legge morale. “ Il sentimento del rispetto- scrive Kant- è prodotto soltanto dalla ragione (…) ed è il movente che fa della legge morale la massima dell’agire umano”.
Il rispetto, dunque, a fondamento dell’etica in una civiltà che ha intrecciato etica e conoscenza.
Già Pascal sosteneva che il principio della morale sta nell’impegnarsi a pensare sempre meglio, mentre Descartes sentiva il bisogno di conoscere, di distinguere il vero dal falso, per camminare con sicurezza nella vita.
Ho voluto richiamare questi fondamenti dell’etica, per riaffermare, nel bel mezzo di una nuova polemica, in questo caso a proposito dell’educazione sessuale, come la scuola possa davvero essere un luogo privilegiato di educazione all’etica, e ciò proprio attraverso l’esperienza della conoscenza: un’esperienza di sé vissuta nel tempo lento e intimo dell’aula, insieme agli
“Non devi avere rispetto per gli altri uomini più che per te stesso, né agir male quando nessuno lo sappia più che quando tutti lo sappiano, ma devi avere per te il massimo rispetto che impone alla tua anima di non fare quello che non si deve fare.”
Con queste parole Democrito, nel V secolo avanti cristo, pone il rispetto a fondamento dell’etica, mentre Platone, nel suo Protagora, fa donare agli uomini rispetto e giustizia, perché il fuoco rubato da Prometeo agli dei non bastava per una convivenza pacifica: solo il rispetto può creare tra gli uomini vincoli di benevolenza.
Aristotele lo considera un’emozione, mostrandone il suo essere connaturato alla vita umana. Attraverso un lungo cammino filosofico, questa idea arriva fino a Kant, come premessa della legge morale. “ Il sentimento del rispetto- scrive Kant- è prodotto soltanto dalla ragione (…) ed è il movente che fa della legge morale la massima dell’agire umano”.
Il rispetto, dunque, a fondamento dell’etica in una civiltà che ha intrecciato etica e conoscenza.
Già Pascal sosteneva che il principio della morale sta nell’impegnarsi a pensare sempre meglio, mentre Descartes sentiva il bisogno di conoscere, di distinguere il vero dal falso, per camminare con sicurezza nella vita.
Ho voluto richiamare questi fondamenti dell’etica, per riaffermare, nel bel mezzo di una nuova polemica, in questo caso a proposito dell’educazione sessuale, come la scuola possa davvero essere un luogo privilegiato di educazione all’etica, e ciò proprio attraverso l’esperienza della conoscenza: un’esperienza di sé vissuta nel tempo lento e intimo dell’aula, insieme agli altri. In questa esperienza della conoscenza sta il cuore dell’educarsi: far sbocciare il proprio sé, per stare bene al mondo assieme agli altri.
Ma questa esperienza è altra cosa rispetto all’apprendimento di nozioni e informazioni cui rischia di ridursi la scuola. In tutte queste informazioni, certamente utili, a me sembra che stiamo disssipando l’educarsi: educazione civica, educazione al volontariato, educazione sessuale…Troppe educazioni, davvero.
La possibilità di educarsi sta in una scuola che trasmetta i valori delle conoscenze che le sono propri, storici, letterari, scientifici. Da una poesia, da un racconto, da una vicenda storica o da una scoperta scientifica, possiamo imparare a riconoscere i valori con cui a ciascuno è dato di abitare la vita, nelle diverse situazioni che la vita propone, e con le proprie priorità assiologiche.