Oggi, la storia

Genocidio: origine di una parola

di Emilio Gentile

  • 23.04.2015, 09:05
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Genocidio: origine di una parola

Oggi, la storia 23.04.2015, 07:05

Cento anni fa, nella notte fra il 23 e il 24 aprile, nel corso della Grande Guerra, i militari iniziarono in Turchia la persecuzione della popolazione armena, sottoposta nei mesi successivi a varie pratiche di uccisione in massa, fino alla deportazione di oltre un milione di uomini, donne e bambini, costretti a compiere centinaia di chilometri a piedi, in una marcia della morte dove perirono a centinaia di migliaia. Fin dall’Ottocento, nell’impero ottomano, la popolazione armena era stata vittima di massacri. Nel 1915, gli osservatori stranieri che si trovavano in Turchia denunciarono un piano per la eliminazione dell’intero popolo armeno. Quasi quaranta anni dopo, Raphael Lemkin, un ebreo americano di origine polacca e docente di diritto internazionale, coniò una nuova parola - genocidio – per definire “la messa in opera di differenti azioni coordinate miranti alla distruzione della basi fondamentali della vita dei gruppi nazionali, in vista del loro annientamento.” Lemkin usò il termine “genocidio” in un libro intitolato Il dominio dell’Asse nell’Europa occupata, pubblicato nel 1944, nel quale esaminava tutte le procedure adottate dai nazisti con lo specifico obiettivo di eliminare un intero popolo ritenuto inferiore o pericoloso per la purezza e l’espansione della razza ariana. Lemkin si riferiva soprattutto all’annientamento della nazione polacca e degli ebrei. La nozione di “genocidio” non fu tuttavia adoperata dal Tribunale internazionale di Norimberga, dove si usò l’espressione “crimine contro l’umanità” per definire “l’assassinio, lo sterminio, la riduzione in schiavitù, la deportazione e qualsiasi altro atto inumano commesso contro tutte le popolazioni civili, prima o durante la guerra, così come le persecuzioni per motivi politici, razziali o religiosi”. Tuttavia, l’anno successivo, l’11 dicembre 1946, con la risoluzione 96, l’Assemblea generale della Nazioni Unite riconobbe il crimine di genocidio, definendolo “una negazione del diritto alla vita di gruppi umani”, di “gruppi razziali, religiosi, politici e altri, che sia stati distrutti in tutto o in parte”. Gli armeni considerano lo sterminio perpetrato dai turchi nel 1915 un genocidio, il primo genocidio del Novecento. Ma i turchi hanno sempre respinto con sdegno l’accusa, negando che vi sia stata una pianificazione per annientare il popolo armeno. Ma lo sterminio vi fu, cento anni fa. E quale che sia la parola più appropriata per definirlo, rimane nella storia, incancellabile.

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