Oggi, la storia

La poliginia legge di stato in Kenya

Rete Due, lunedì 19 maggio, 07:05

  • 19.05.2014, 09:05
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Oggi la storia 19.05.14

Oggi, la storia 14.08.2014, 14:53

Una notizia di poche settimane fa dice che in Kenya la poligamia è diventata legge di stato. Ho fatto un balzo quando l'ho letta. Legge di stato, attenzione, non consuetudine. Il parlamento kenyota ha dunque approvato un progetto di legge che consente agli uomini di avere più mogli. Chi lo supporta adduce motivi religiosi e culturali: la poligamia in Africa è un “way of life” e le leggi devono seguire il volere della società. Chi lo osteggia porta come argomenti l'aumento di divisioni e ostilità in famiglia così come la crescita demografica. I fautori della parità dei diritti sottolineano l'umiliazione, lo sfruttamento e l'oppressione delle donne all'interno di tale pratica.

Diciamo subito che la religione musulmana ammette il matrimonio dell'uomo con più donne, quello che chiamiamo erroneamente poligamia (che significa molte nozze), ma dovremmo chiamare poliginia (molte donne). Oggi nel mondo occidentale la poliginia è condannata a livello giuridico e vilipesa a livello di costume. E questo anche se l'Antico Testamento non la respinge ufficialmente (che è il motivo per cui i Mormoni, con la connivenza delle istituzioni, la praticano). La chiesa cattolica ha duramente condannato la pratica della poliginia; la chiesa protestante è stata più tollerante verso i matrimoni plurimi di re, nobili e magnati, e per quelli praticati in casi di penuria di maschi per cause belliche, come durante la guerra dei Trent'anni.

Tutte le religioni, comunque, insistono sostanzialmente sulla inferiorità e subordinazione delle donne, esigendo da loro assoggettamento e obbedienza all'uomo e mettendo in risalto, con insopportabile retorica, il loro ruolo di cura e devozione all'altro. La religione cristiana non è da meno e basta leggere quello che è scritto nelle lettere di San Paolo e confrontarlo con quel che scrive il Corano. Difficile dire chi vince la non nobile gara: i libri sacri ci vogliono obbedienti, silenziose e velate. Il fatto è che anche le parole dei libri sacri vanno collocate in un contesto storico, sociale e culturale; il Corano approvava la schiavitù, ma quei versetti sono caduti in desuetudine; il Vangelo parlava di creazione del mondo, ma anche quei passi sono stati ridimensionati, scivolando dallo status di dogma a quello di allegoria e parabola.

In conclusione, la poliginia va condannata non perché un uomo non debba stare con tante donne, ma perché sancisce un rapporto di inferiorità e subordinazione della donna; è da abrogare in quanto forma non libera e non reciproca di relazione tra i sessi.

Oggi le società occidentali sono popolate da single e da coppie senza figli, sposate o meno, da famiglie con un genitore e figli, coppie dello stesso sesso, famiglie allargate eccetera: tutto questo è tollerato e non costituisce un problema. Perché allora tanto orrore per la famiglia in cui un uomo ha più mogli e tanti figli?

Perché si tratta di una pratica che opprime e discrimina. La discriminazione delle donne, lo sfruttamento del lavoro minorile, il fenomeno dei bambini soldato ecc. hanno poco a che spartire con la tradizione e l'identità culturale di un paese; le pratiche di mutilazione e di umiliazione, anche se sostenute in nome della tradizione, sono intollerabili e basta. Non è vero che la mutilazione genitale femminile - che tra l'altro non è prescritta dal Corano e risale a consuetudini molto più antiche - rispecchia la cultura locale e sta al mondo africano e orientale come le diete dimagranti stanno al mondo occidentale, anche se è vero che in entrambi i casi le donne sono vittime di modelli di comportamento che vengono loro imposti dall'ambiente, che ti racconta che se non sei mutilata o se sei grassa non troverai uno straccio di fidanzato.

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