Oggi, la storia

Quando il mito era a sinistra

di Emilio Gentile

  • 12.11.2015, 08:05
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Oggi, la storia
Giovedì 12 novembre 2015 - 07:05

Il semiologo e critico francese Roland Barthes, che oggi avrebbe compiuto cento anni, nel libro Miti d’oggi, pubblicato nel 1957, sosteneva che “statisticamente il mito è a destra”, perché a destra il mito “è essenziale; ben nutrito, lucente, espansivo, loquace, s’inventa senza tregua. S’impadronisce di tutto: le giustizie, le morali, le estetiche, le diplomazie, le arti domestiche, la Letteratura, gli spettacoli.” La borghesia era la classe più feconda dei miti, perché attraverso il mito la borghesia esprime “la parola plenaria, intransitiva, gestuale, teatrale”, propria di chi opprime. Mito borghese era per Barthes la nazione, sebbene fosse nata come un’idea progressista quando servì escludere l’aristocrazia. Mentre oggi, spiegava il semiologo, “la borghesia si diluisce nella nazione, salvo espellerne gli elementi che decreta allogeni (i comunisti)”. Il mito esisteva anche a sinistra, ma era raro, perché “il mito di sinistra è inessenziale”. Fra i rari miti della sinistra, Barthes citava il mito staliniano, definito un prodotto mal riuscito di imitazione del mito borghese.

A queste affermazioni sul mito a sinistra, si può muovere qualche obiezione. Per esempio, desta perplessità l’attribuzione di una scarsa produzione di miti alla sinistra. In verità, almeno nel secolo scorso. la sinistra è stata prolifica matrice di miti, specialmente nei sette decenni compresi fra la rivoluzione bolscevica e la fine dell’impero sovietico, quando il comunismo, incarnato in partiti e regimi, fu presente in tutto il mondo, dominando su vastissima parte del pianeta, dall’Europa al Pacifico, dalla Cina all’Oceano indiano, con propaggini a Cuba, in America latina e in Africa, E ovunque, in quei decenni, la sinistra comunista produsse miti dal fascino potente, che avevano i volti di Marx, Lenin, Stalin, Mao, Kim il Sung, Tito, Castro, Che Guevara, Ho Ci Minh, tutti venerati o addirittura adorati da folle oceaniche molto più vaste e planetarie delle folle che avevano adorato Mussolini e Hitler. Forse non è azzardato dire che nel corso del Novecento, la sinistra ha battuto la destra, almeno nella produzione di miti, che si sono impadroniti di tutto: politica, diplomazia, economia, giustizia, morale, estetica, scienza, letteratura, arti, vita pubblica e vita privata, e persino dei più intimi pensieri. E anche della nazione, se consideriamo che ovunque ha conquistato il potere, il comunismo internazionalista è divenuto orgogliosamente nazionalista.

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