Oggi, la storia

Un museo nel deserto

di Claudio Visentin

  • 11.05.2016, 09:05
Louvre Abu Dhabi

Una computer graphic mostra il progetto finale del Louvre museum in costruzione ad Abu Dhabi. Ormai dovrebbero mancare pochi mesi all'apertura

  • Keystone

Oggi, la storia
Mercoledì 11 maggio 2016 - 07:05

Dopo parecchi ritardi, nei prossimi mesi il Louvre aprirà la sua nuova sede di Abu Dhabi, nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Il museo farà parte di un distretto culturale per il turismo di massa sull' “Isola della felicità”, accanto a hotel di lusso e campi da golf.

Il celebre museo francese, primo al mondo per numero di visitatori, sarà ben compensato per questa sua succursale d’oriente: l’accordo vale 850 milioni di dollari, dei quali 440 solo per usare il marchio Louvre. Curioso, se pensiamo che non è neppure certa l’origine del nome: secondo alcune fantasiose etimologie infatti Louvre vorrebbe dire “luogo abitato da lupi”, o forse più semplicemente “castello, fortezza”.

Prima della Rivoluzione francese il Louvre era il Palazzo reale, insieme alla Reggia di Versailles. Ma i rivoluzionari decisero di farne una casa delle arti e della cultura, non più privilegio dei re, ma aperta a tutti i cittadini. Quando però il Museo del Louvre fu inaugurato, nel 1793, già imperversava il Terrore e nessuno poteva dirsi sicuro della vita. Inoltre la maggior parte delle opere che ancora oggi lo rendono unico furono prelevate in tutta Europa dagli eserciti francesi vittoriosi. Insomma la storia non è avara di contraddizioni, ma anche così, con tutti questi limiti, la creazione del Louvre fu un momento fortemente progressivo e diede alla cultura un ruolo e un significato nuovo nella vita dei francesi.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno voluto il Louvre per aprire nuove prospettive in vista dell’esaurimento, tra qualche decennio, delle enormi riserve di petrolio, fondamento della ricchezza del Paese. Nella stessa logica aprirà anche una sede distaccata del Guggenheim Museum di New York e un Campus della New York University.

Non mancano però dubbi e resistenze. Per esempio gli operai che costruiscono questi nuovi edifici sono immigrati che vivono in condizioni misere, malpagati, e senza molti di quei fondamentali Diritti dell'Uomo e del Cittadino enunciati nella celebre dichiarazione del 1789, anch’essa, come il Louvre, figlia della Grande rivoluzione.

Più ampiamente, in un contesto qual è quello degli Emirati, dominato dal denaro e dalla tecnologia, con una società civile fragilissima, quale significato potrà avere la cultura? Lo spettacolo della bellezza riuscirà comunque a ingentilire gli animi, aprendo la stagione di un nuovo umanesimo, o sarà soltanto un abbellimento del potere economico e finanziario?

Forse, accanto ai grandi accordi economici, qualche riflessione preliminare in più sulla storia del Louvre avrebbe aiutato a non mettere in gioco il senso della propria tradizione.

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