
Oggi, la storia 18.11.14
Oggi, la storia 18.11.2014, 07:05
Contenuto audio
Vi riporto oggi al 18 novembre 1663. Siamo nella cattedrale di Notre Dame a Parigi. Sotto gli occhi vigilanti del cardinale Barberini, il re di Francia Luigi XIV – meglio conosciuto come il Re Sole – e il borgomastro di Zurigo Johann Heinrich Waser appoggiano le mani sul Vangelo e prestano giuramento. Ratificano il rinnovo di un contratto mercenario fra la Confederazione e la Corona francese in vigore dal 1521.
I 13 cantoni svizzeri e i Paesi a loro alleati hanno inviato a Parigi i rispettivi delegati. A questi si erano aggiunti vari segretari e numerosi impiegati, cosicché erano stati in più di cento a partire, verso la metà di ottobre, alla volta di Parigi. Avevano viaggiato in due gruppi separati – i cattolici da una parte, i protestanti dall’altra – e si erano ritrovati il 3 novembre alle porte di Parigi. Otto giorni più tardi avevano ottenuto la prima udienza dal re. Le giornate trascorse a Versailles erano caratterizzate da grandi banchetti, feste, fuochi di artificio e visite a teatro. Talmente presi dalle celebrazioni a corte, i delegati svizzeri non erano veramente riusciti a discutere con il re delle precisazioni che volevano inserire nel trattato.
Ora, il 18 novembre 1663, si ritrovavano davanti al sovrano per rinnovare un contratto che avrebbe permesso al re di Francia il reclutamento di ben 16'000 soldati svizzeri per le sue campagne militari. In cambio, i Confederati ricevevano pagamenti annuali e approfittavano di tariffe doganali e condizioni di mercato favorevoli. Dev’essere stato un evento di grande rilevanza per il re francese. Lo prova l’aver fatto immortalare questa scena su un arazzo largo quasi 6 metri, parte di una serie di 17 gobelin che avevano lo scopo di esultare le azioni di Luigi XIV.
Il Re Sole vi è rappresentato con abito di gala in broccato dorato. Porta una parrucca bianca, un vistoso cappello con piume rosse e ha la barba completamente rasata.
I delegati svizzeri, davanti a tanto fasto, non fanno una gran figura. Sono vestiti sobri, portano mantelli scuri. Le loro barbe sono folte e il loro colletto pieghettato è moda spagnola vecchia di trent’anni. A Versailles, essere alla moda era segno di raffinatezza. I cortigiani erano, se non storditi, perlomeno sorpresi dalla moda svizzera. Eppure, le vesti sobrie non erano espressione di ignoranza, bensì il risultato di restrittive leggi sull’abbigliamento in un’epoca di austero protestantismo che negava qualsiasi forma di lusso. E pensare che il borgomastro Waser aveva portato con sé un paio di pantaloni, cinque camice e otto fazzoletti tutti freschi di fabbrica, da sfoggiare a Versailles.
Esistono a tutt’oggi tre esemplari dell’arazzo: uno all’ambasciata svizzera a Parigi, un secondo al castello di Versailles e un terzo al Landesmuseum di Zurigo.