
OGGI LA STORIA BERTOLA 04.12.14.MP3
Oggi, la storia 03.12.2014, 12:20
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Uno dei compiti della filosofia, fin dal “conosci te stesso” originario, sta nel collegare le nostre conoscenze al sentimento personale della vita.
Nel pensiero antico questo intreccio era del tutto naturale. Si pensi ai “fisici” ionici, o a Eraclito ed Epicuro: scienza e filosofia esprimevano un unico racconto della realtà in cui la descrizione del mondo sapeva rispondere anche alle domande sul senso del nostro vivere, le domande che da sempre nutrono il desiderio di conoscere.
Nell’epoca moderna, come ben sappiamo, questi racconti si sono progressivamente separati: le scienze descrivono il mondo e ne prevedono i comportamenti, sottoponendo le teorie al controllo dell’esperienza. Il metodo scientifico accompagna perciò altrove le domande di senso.
La distanza tra queste due dimensioni dell’esperienza a me pare un problema, perché il dialogo tra ciò che sappiamo del mondo e il nostro stare al mondo, è fondamentale nella vita di ognuno.
Certamente alcune accelerazioni, come quella che all’inizio del Novecento rivoluzionò le basi della fisica, esplorando l’immensamente piccolo, allontanano la conoscenza dalla comune esperienza della realtà. Pensiamo al principio di indeterminazione, enunciato nel 1927 da Werner Heisenberg, il fisico tedesco nato il 5 dicembre 1901. L’osservazione del comportamento delle particelle subatomiche mise in crisi il principio di causalità e l’approccio deterministico alla conoscenza, poiché la misurazione simultanea di due variabili, come velocità e posizione, non può essere compiuta senza eliminare l’incertezza, e mise in crisi pure la possibilità di distinguere, nell’osservazione, il soggetto dall’oggetto, dal momento che l’osservatore perturba l’osservazione.
Eppure, causa, effetto, soggetto e oggetto, sono idee con cui raccontiamo da sempre anche la nostra esperienza della vita. Ma se la conoscenza vuole davvero essere trasformazione, possiamo accogliere alcune sorprendenti implicazioni di queste nuove teorie, provando a pensare che tutto è interconnesso nel cosmo e nella complessità della vita.
Lascio questo compito alle parole del fisico Fritjof Capra, contenute nel suo Tao della fisica: “in un pomeriggio di fine estate, seduto in riva al mare, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all’improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte ad una gigantesca danza cosmica.” E più avanti conclude: “La concezione del mondo implicita nella fisica moderna è incompatibile con la nostra società che non riflette l’armonioso interrelarsi delle cose nella natura”.