Il ruolo dei sindacati in un mondo del lavoro che cambia rapidamente: come li vorreste? Li ritenete indispensabili e sufficientemente ascoltati nella precarietà professionale odierna? E quanto per i lavoratori e le lavoratrici sono ancora importanti le azioni e le lotte sindacali e le manifestazioni e i cortei nelle piazze? Salari giusti, parità di genere, Instabilità, insicurezza, disoccupazione, crisi, tempi pieni e tempi parziali, dumping e flessibilità: sono parole che oramai fanno parte da molti anni del lessico del mondo del lavoro, mai come oggi ricco di incognite, di scenari poco rassicuranti e di prospettive nebulose. Non splende insomma il sole per molte lavoratrici e per molti lavoratori confrontati con problemi e difficoltà di vario genere. Le professioni cambiano -alcune spariscono e altre nascono- e il mercato del lavoro è in costante e perenne trasformazione ma le garanzie e le certezze del posto di lavoro fisso sono oramai un lontanissimo e antico ricordo. Cosa rimane allora da festeggiare il primo maggio? Quale significato ha ancora questa giornata di rivendicazioni? Quali sono le responsabilità che oggi hanno i datori di lavoro verso i loro salariati e dipendenti? I sindacati odierni quali margini di manovra hanno nelle trattative con le associazioni padronali e con i loro partner sociali? E quanto contano? Oggi primo maggio, Festa del lavoro, dedichiamo perciò la puntata di Controcorrente all’impegno sociale e politico e alle rivendicazioni dei sindacati parlandone con voi che come sempre ci potete raggiungere con le vostre opinioni e i vostri commenti in diretta telefonica allo 0848 03 08 08 oppure via Wathsapp allo 076 321 11 13 e con un ospite.
È ospite:
Renato Minoli, presidente dell’USS Ticino e Moesa
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