La consulenza

L’appartenenza religiosa e la riscossione dell’imposta di culto

Con Antonio Bolzani

chiesa brusino
35:16

L’appartenenza religiosa e la riscossione dell’imposta di culto, La consulenza 08.05.15

La consulenza 08.05.2015, 15:30

Le imposte ecclesiastiche o imposte di culto sono tasse che le Chiese e le comunità religiose ufficialmente riconosciute (e i gruppi che le costituiscono) sono autorizzate dallo Stato a prelevare su un determinato territorio per garantire il proprio finanziamento. Tali tributi sono riscossi presso i membri delle stesse Chiese e spesso anche presso le persone giuridiche. Le imposte ecclesiastiche costituiscono attualmente la principale fonte di finanziamento delle Chiese, le quali possono contare anche su altre entrate secondarie: offerte, donazioni e talvolta una parte delle imposte cantonali destinate all'esercizio del culto. Nel Canton Ticino la situazione è particolarmente eterogenea: 166 parrocchie ricevono contributi dai Comuni politici; 39 percepiscono un'imposta di culto; 20 non hanno alcun finanziamento pubblico; 13 si basano su un tributo volontario dei Comuni e otto su un tributo volontario dei fedeli. Solo nei Cantoni di Neuchâtel e Ginevra, dove Stato e Chiesa sono ampiamente separate, il pagamento dell'imposta è volontario. In generale nella Svizzera tedesca la situazione del finanziamento delle Chiese è relativamente omogenea, al contrario della Svizzera francese, dove le differenze sono molto pronunciate.

Nella consulenza odierna il professor Vincenzo Pacillo, docente di diritto ecclesiastico e canonico alla Facoltà di teologia di Lugano, e don Patrizio Foletti, rettore del Collegio Papio di Ascona, spiegano – partendo dalle norme e dalle leggi attualmente in vigore- come funzionano oggi e come erano regolate una volta l’imposizione e la riscossione dell’imposta di culto in Svizzera ed in particolare in Ticino.

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