Lago di Costanza
Millevoci

Laghi e mari, tra cambiamento e adattamento ai mutamenti climatici

Di Nicola Colotti

  • Keystone
  • 23.5.2023
  • 43 min
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I fenomeni meteorologici di questi ultimi tempi possono suscitare sconcerto, oltre che preoccupazione e rammarico per le vittime delle alluvioni in Emilia- Romagna. Dopo un lungo periodo di siccità le piogge insistenti di questi giorni hanno riportato i bacini lacustri svizzeri a livelli normali. “Bene la pioggia, ma non basta” titolava una pagina delle news online della RSI, che aggiungeva in sintesi “I laghi ticinesi sono di nuovo colmi, ma la falda rimane in sofferenza, la popolazione è invitata alla parsimonia”. Al di là del rischio siccità sempre incombente (anche a causa delle scarse nevicate in inverno) e dei fenomeni piovosi estremi come quelli di questi ultimi giorni, è in particolare sullo stato dei nostri laghi che vorremmo concentrare l’attenzione. Lo facciamo con l’aiuto di due docenti ricercatori della SUPSI che si occupano di ecologia aquatica. Un ambito di ricerca che si concentra sugli indicatori significativi per valutare in modo ampio lo stato di salute dei nostri laghi. Al di là dei fenomeni estremi, ci sono – per così dire – delle tendenze di medio/lungo periodo che confermano come i mutamenti climatici influenzano gli equilibri ecologici dei nostri grandi bacini lacustri. I nostri laghi godono tutto sommato di buona salute rispetto ad altri laghi che stanno scomparendo, soprattutto a causa dell’eccessivo sfruttamento delle loro acque. Anche in Svizzera, però, e in particolare nella Svizzera italiana, ci sono segnali che qualcosa sta mutando nei nostri laghi. Non si tratta soltanto dell’aumento delle temperature delle acque ma anche delle conseguenze sulla biodiversità animale e vegetale, che rischia di subire effetti negativi sul lungo periodo. Se i mari stanno soffrendo per il surriscaldamento climatico in modo ancora più acuto di quanto già si sapeva (preoccupando molto gli scienziati), cose ne è dei nostri laghi inseriti in un ecosistema in cui anche la presenza umana è un fattore tutt’altro che trascurabile?

Cerchiamo di capirlo con i nostri interlocutori:
Fabio Lepori, professore di ecologia aquatica all’Istituto scienze della Terra della SUPSI
Camilla Capelli, ricercatrice per il Settore di Ecologia Acquatica all’Istituto scienze della Terra della SUPSI
Antonio Navarra, presidente del Centro Euromediterraneo sui cambiamenti climatici, professore di Oceanografia e fisica dell’atmosfera all’Università di Bologna

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