C’è stato un tempo in cui il bar era il cuore della vita sociale, non soltanto quella di paese ma anche quella cittadina. Pausa caffè, lettura giornali, incontri tra amiche, gioco delle carte e commenti sportivi erano il rito quotidiano senza il quale una giornata non era una buona giornata.
Il bar è stato - e forse è ancora - il termometro che permette di misurare le abitudini e le inquietudini dei cittadini che al bar si incontrano, discutono, si aggiornano e si raccontano fatti privati e pubblici, si creano opinioni sul mondo. C’è stata anche un’epoca gloriosa in cui i caffè erano luoghi di scambio di idee, di incontri tra artisti di ogni genere, ma erano i tempi in cui le camere e gli atelier degli artisti squattrinati erano gelidi e senza riscaldamento: allora i caffè e i bar erano anche riparo dalle intemperie.
Ma in questo mondo in cui tutto cambia e si trasforma vorticosamente, che preferisce l’incontro digitale a quello fisco, che sostituisce l’aperitivo con l’apericena e gli after hours, che ha fretta e che trangugia un panino con l’occhio fisso sullo smartphone, cosa è diventato il bar?
Ospiti:
Roberto McCormic, ex professore di letteratura alla Franklin University e autore di un libro in merito
Giuseppe Scaraffia, docente di letteratura francese all’Università di Roma e studioso del costume tra ‘800 e ‘900
Mirto Mattei, ex gestore del Bar Corallo di Besso
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