Pur rimanendo uno dei pochi contesti sportivi, oggi, dove ancora resiste il cosiddetto “spirito sportivo”, e dove spesso vediamo esempi di lealtà e di rispetto che in mondi come quello calcistico sono scomparsi da decenni, le Olimpiadi sono anche uno straordinario palcoscenico politico: sia per i paesi che per i singoli atleti. E a pensarci bene, lo sono sempre state: dalle vittorie leggendarie di Jesse Owens a Berlino, passando per il ‘68 e i pugni chiusi sul podio, fino ai boicottaggi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, in piena guerra fredda. Le Olimpiadi sono sempre state anche politica, ma sono anche una finestra formidabile per noi che le guardiamo: perché attraverso lo sport si può intuire dove va il mondo, che correnti lo attraversano, che pulsioni lo scuotono. Ne parliamo con il sociologo, giornalista e critico sportivo Pippo Russo.
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