Meyer Burger, azienda svizzera nata nel 1953, che da 40 anni lavora nell’ambito del fotovoltaico e che aveva provato a sfidare il dominio cinese nel settore, è ai titoli di coda: nel 2011 valeva 2,1 miliardi di franchi, oggi solo 24 milioni. Il suo titolo un tempo in grande spolvero è stato sospeso dalla Borsa svizzera e secondo un’analisi pubblicata dalla Banca cantonale di Zurigo lunedì, senza più attività operative si tratta ormai solo di monetizzare gli asset. La produzione negli Stati Uniti è stata fermata, con 280 licenziamenti, mentre per le filiali tedesche - 600 lavoratori - è stata presentata un’istanza di insolvenza.
Considerando un indebitamento netto di oltre 400 milioni di franchi, i creditori subiranno probabilmente perdite e gli azionisti rimarranno a mani vuote. La società bernese, ridotta a 60 dipendenti, ha chiesto una proroga per la presentazione dei risultati del 2024, alla luce delle discussioni in corso sulla possibile ristrutturazione. Il termine precedente è scaduto sabato.

Fotovoltaico: Meyer Burger sull'orlo del fallimento
Telegiornale 16.11.2024, 12:30