Un’alta Corte giapponese ha annullato una sentenza che ordinava agli ex dirigenti dell’operatore della centrale nucleare di Fukushima, la Tokyo Electric Power (Tepco), di pagare i danni all’azienda per non essere stati in grado di impedire la catastrofe del marzo 2011.
La decisione dell’Alta Corte di Tokyo è arrivata dopo che, nel luglio 2022, un tribunale distrettuale aveva stabilito che gli ex dirigenti dovessero pagare un risarcimento di circa 13’000 miliardi di yen (circa 74 miliardi di franchi al cambio attuale). Sia gli ex dirigenti che gli azionisti che hanno richiesto il risarcimento avevano ricorso in appello contro la sentenza.
Il tribunale distrettuale aveva ritenuto i quattro ex dirigenti responsabili del risarcimento dopo l’impatto dello tsunami che ha fatto seguito al terremoto di magnitudo 9 nel nord-est del Giappone, causando uno dei peggiori disastri nucleari della storia, con la successiva propagazione delle radiazioni su un’ampia fascia del territorio.
Il dibattito centrale del processo d’appello si concentrava sulla validità delle decisioni prese dalla dirigenza, e se le contromisure contro lo tsunami fossero appropriate, malgrado le stime della stessa Tepco, nel 2008, non escludessero - sulla base delle valutazioni del governo sui terremoti rese pubbliche nel 2002 - che uno tsunami con onde superiori a 15 metri avrebbero potuto colpire l’impianto. Il tribunale ha tuttavia affermato che le previsioni a lungo termine non erano considerate dati urgenti che richiedevano misure immediate contro lo tsunami ed è comprensibile che i dirigenti non avessero un senso di urgenza in base ai dati di cui disponevano all’epoca.
La prima sentenza aveva ritenuto responsabili dei danni l’ex presidente Tsunehisa Katsumata, l’ex presidente Masataka Shimizu e gli ex vicepresidenti Sakae Muto e Ichiro Takekuro. La causa di Katsumata, deceduto nel novembre dello scorso anno, è stata portata avanti dai suoi familiari.
I querelanti (gli azionisti) e i loro avvocati hanno criticato la sentenza definendola “ingiusta” e hanno annunciato l’intenzione di ricorrere alla Corte Suprema. La sentenza di venerdì è una grande delusione pure per i residenti di Fukushima e per gli attivisti antinucleari, che da sempre chiedono la responsabilizzazione dei dirigenti nella sicurezza nucleare.
Torna il pesce giapponese in Cina
Setteventi 02.06.2025, 07:20
Contenuto audio