Ogni sabato, dal 7 ottobre 2023, un gruppo di persone si riunisce nella cosiddetta Hostage Square, la piazza degli ostaggi, di Tel Aviv. Si tratta dei familiari e degli amici degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas. Un appuntamento che si ripete da 610 giorni, come racconta Laura Giovara, inviata della RSI, presente sul posto.
Dei 255 rapiti durante l’attacco del 7 ottobre, 55 si troverebbero ancora nelle mani di Hamas. Secondo le stime, solo una ventina sarebbero ancora in vita. Proprio sabato, l’esercito israeliano ha recuperato nel sud della Striscia di Gaza il corpo di un cittadino thailandese.
Le famiglie continuano a richiedere il rilascio dei propri cari, anche se la possibilità di rivederli si fa sempre più incerta. Anche i negoziati per un possibile accordo tra Israele e Hamas, che sembravano vicini alla conclusione fino a pochi giorni fa, sono nuovamente in stallo.
Mentre Israele bombarda Gaza e gli aiuti non entrano nella Striscia, c’è anche un leggero cambiamento nell’opinione pubblica israeliana. Venerdì sera, migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere la fine della guerra. Nelle ultime settimane, anche alcune voci autorevoli si sono espresse criticamente nei confronti del primo ministro Netanyahu. Tuttavia, secondo un recente sondaggio, l’82% degli israeliani si dichiara favorevole all’espulsione dei palestinesi da Gaza.
Anche al Carmel Market, il piu antico mercato di Tel Aviv, la guerra si fa sentire, nonostante la quotidianità cerchi di andare avanti. Tra i passanti, le opinioni restano profondamente divise. “Dobbiamo continuare la guerra, distruggere Hamas totalmente e cacciarli via tutti”, afferma un uomo. Poco distante, una donna esprime un punto di vista diverso: “È molto difficile vedere che a Gaza vengono uccisi bambini, famiglie. Anche per noi è difficile”.