Le autorità israeliane hanno ammesso di aver sostenuto e armato un clan palestinese che si oppone a Hamas nella Striscia di Gaza, sostenendo che ciò serve ai loro “obiettivi di guerra” e “salva la vita dei soldati” impegnati nell’offensiva contro il movimento islamista nel territorio palestinese.
“Sì”, ha risposto ieri in conferenza stampa il generale di brigata Effie Defrin, portavoce dell’esercito israeliano, quando gli è stato chiesto se la sua istituzione fosse “favorevole” alla fornitura di armi alle milizie nella Striscia di Gaza.
“Stiamo agendo in vari modi contro il governo di Hamas”, il cui “crollo” è uno dei suoi “obiettivi di guerra”, ha aggiunto. “Per raggiungere questo obiettivo, utilizziamo una serie di metodi (ma) non posso dire di più”.

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Giovedì il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu aveva confermato le dichiarazioni di un membro del parlamento, Avigdor Lieberman, ex ministro della difesa, che aveva rivelato all’emittente pubblica israeliana Kan che il governo stava “fornendo armi a un gruppo di criminali e malfattori”.
Secondo i media israeliani e palestinesi, questo gruppo include membri di una tribù beduina guidata da Yasser Abu Shabab. Il Consiglio europeo per le relazioni estere (ECFR) descrive Abu Shabab come il capo di una “banda criminale che opera nella regione di Rafah e che viene accusata di aver saccheggiato camion di aiuti umanitari” a Gaza.
“Cosa ha rivelato Lieberman? Che fonti di sicurezza dicono che abbiamo mobilitato un clan di Gaza che si oppone ad Hamas? Cosa c’è di sbagliato in questo?”, ha detto Netanyahu in un video pubblicato su X. “C’è solo del buono”, ha aggiunto, “salva la vita dei soldati israeliani” nella Striscia di Gaza.

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