dall'inviato a PyeongChang Luca Steens
Finora non avevamo visto nessun coreano andare fuori dalle righe, nemmeno nell'entusiasmo per questo o quell'eroe sportivo nazionale, tutti sempre gentili con gli stranieri ma anche tra di loro nonostante i rigidi protocolli per la sicurezza e tutta una serie di cartelli per fornire informazioni e direttive da seguire. Ma ieri sera al nostro autista del bus è partito l'embolo, tra la sorpresa generale dei passeggeri.
Eh sì, ancora una storia legata ai bus, ma è inevitabile. Dicevamo, il nostro ha perso la pazienza con un automobilista che gli si parava sempre davanti in autostrada nonostante il tentativo di cambiare corsia per superarlo. E così l'autista ha strombazzato un paio di volte, lo ha puntato, e dopo 5' è riuscito a fargli capire di levarsi, comunque senza nessuna manovra da kamikaze. Arrabbiato sì, nervoso sì, ma non esageriamo.
D'altronde non è uno stile di guida evidente quello coreano, con macchine e bus che si sorpassano a destra e a sinistra, con le quattro frecce che vengono accese spesso e volentieri per segnalare anche solo manovre di sorpasso normali. E ogni tanto ci scappa anche un clacson. Un po' di improvvisazione in così tanto ordine.