dall'inviato a PyeongChang Luca Steens
Il saluto delle cameriere è quasi contemporaneo al loro invito a spruzzarsi il disinfettante sulle mani all'entrata della mensa del villaggio dei media, e un contenitore del genere è presente in quasi tutti i luoghi pubblici. Un'abitudine che abbiamo assimilato in fretta, così come quella di non gironzolare per casa con le scarpe. All'entrata di ogni appartamento c'è un atrio dove abbandonare le scarpe e infilare le pantofole messe a disposizione.
Anche la vista si è abituata in fretta a incrociare molta gente con la tipica mascherina bianca davanti a bocca e naso, sia nel tentativo di evitare un contagio da raffreddore o altro, ma molto spesso anche per impedire ai propri germi di diffondersi. Sì, i coreani sono molto rispettosi del prossimo, a volte perfino troppo, tanto da sentirsi un po' a disagio come in un hotel a cinque stelle dove si è riveriti dalla mattina alla sera. Ma almeno lì si paga per quello...
Poi a volte nel loro essere puntigliosi, come tutti, esagerano pure, come quando bisogna dimostrare ad ogni check point di entrata in luoghi olimpici che il telefonino sia un telefonino e non una bomba facendo vedere che lo schermo si illumina, o come quando un cartello avverte di pulirsi gli scarponi prima di andare sulla neve...