Si è tenuta il 27 maggio scorso, la conferenza stampa di presentazione della Biennale Arte 2026. A Ca’ Giustinian, la direzione della Biennale di Venezia ha annunciato che, dopo un confronto con la famiglia di Koyo Kouoh, la svizzera e camerunense curatrice d’arte prematuramente scomparsa lo scorso 10 maggio all’età di 57 anni, sarà portato avanti il progetto da lei stessa definito, per preservare e diffondere «le sue idee e il lavoro svolto con dedizione fino all’ultimo».

I componenti della squadra di consulenti voluta da Koyo Kouoh (nel team le advisor: Gabe Beckhurst Feijoo, Marie Helene Pereira e Rasha Salti; l’editor-in-chief Siddhartha Mitter; e l’assistente Rory Tsapayi) hanno anticipato alcuni dettagli della mostra, in programma dal 9 maggio al 22 novembre 2026 negli spazi dei Giardini e dell’Arsenale di Venezia e in altre sedi della città. In Minor Keys è il titolo dell’esposizione, «una mostra sintonizzata su tonalità minori non associate alla stranezza e alla malinconia come nella musica, ma a gioia e consolazione, speranza e trascendenza». Così è stato detto dai collaboratori di Koyo Kouoh. La Biennale Arte 2026 si configura insomma come un evento «tra la condivisione e trascendenza che nascono dagli artisti e dalle loro pratiche, in grado di offrire ai visitatori un’esperienza più sensoriale che didattica».
«La mostra non vuole essere una litania di commenti su eventi mondiali, né un atto di fuga dalle crisi - hanno proseguito gli advisor del team di Kouoh - ma al contrario propone una riconversione con l’habitat naturale, il ruolo originale dell’arte nella società, quello soggettivo. In Minor Keys è la successione di un viaggio che parla al sensibile, invitando i visitatori a sognare, riflettere, meravigliarsi».
Nel ricordare con commozione la curatrice, il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ha sottolineato che «Koyo, nell’assenza, è presente per suggerire da quell’altrove una strada, ed è una strada precisa, il futuro. In lei c’è la pratica artistica che prevale su una singola esistenza. In lei c’è la geografia disegnata da mappe nuove. La realizziamo come l’ha progettata, la sua proposta è quella di un sussurro, di un sottovoce, ed è l’esatto metodo attraverso cui la giusta luce trova spazio e si dispiega».
I dettagli del progetto e le partecipazioni nazionali previste nell’edizione 2026 della Biennale Arte di Venezia saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Venezia il 25 febbraio 2026.
In memoria di Koyo Kouoh
Alphaville 29.05.2025, 11:45
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