blockbuster in sala

Avatar 3 è più forte di noi (e di tutto il resto)

Si intitola “Fuoco e cenere” il nuovo capitolo della saga digitale costruita da James Cameron: gigantesco e arrogante, eppure, in qualche modo, anche inaspettatamente emozionante

  • Oggi, 10:00
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  • 20th Century Studios
Di: Michele R. Serra 

Tredici anni tra il primo e il secondo, solo tre tra il secondo e il terzo: il motore produttivo della saga di Avatar oggi corre a pieni giri, con i prossimi due capitoli previsti per il 2029 e il 2031. Visto che il secondo La via dell’acqua era dedicato al popolo (appunto) dell’acqua e il terzo Fuoco e cenere, appena arrivato nelle sale, al popolo (appunto) del fuoco, è altamente probabile che i seguenti due completeranno il catalogo degli elementi, con aria e terra. Più sorprendente è il fatto che questi sequel esistano, visto che per un bel pezzo la 20th Century Fox temeva che scommettere su un secondo Avatar sarebbe stato troppo rischioso: vero, il primo aveva incassato quasi tre miliardi di dollari, ma i budget dei film di James Cameron fanno tremare i polsi anche ai produttori più esperti. Sbagliare un film da 400 milioni è un problema per chiunque, non importano le dimensioni degli studi.

Quei timori, lo sappiamo, sono stati superati dagli eventi: i 20th Century Studios sono oggi parte dell’impero Disney, Avatar – La via dell’acqua nel 2023 ha superato di slancio i due miliardi di incasso globale, e ormai la saga sembra invincibile. Come sempre, James Cameron si è comportato da sovrano assoluto del suo cinema, ha ottenuto tutto ciò che voleva, e ha avuto ragione. Può fare quello che vuole della sua creatura, il pubblico lo segue. Perché Avatar oggi è tutto e il contrario di tutto. Per dire. È una saga che celebra i valori della natura, ma è fatta dei film più finti della storia: tutto è creato, nutrito, modificato, migliorato con la grafica digitale; ci dice che la famiglia è la cosa più importante, ma dentro la famiglia – quella del popolo Na’vi, capofamiglia l’ex-marine Jake Sully, ormai diventato a pieno titolo un alieno blu – nascono i peggiori errori, e anche pericoli che mettono a rischio il mondo intero; è punteggiato di messaggi antirazzisti, ma poi, a ben guardare, racconta che quelli che arrivano da fuori portano sempre guai.

Ma non importa, Avatar è più forte di ogni contraddizione, e più forte persino della storia: Avatar – Fuoco e cenere è pensato per essere visto in 3D, ammesso che troviate ancora una sala che propone al pubblico la tecnologia che doveva essere il futuro del cinema, e invece è stata dismessa dall’industria quasi in sordina dopo il 2015. A Avatar non importa, preparate gli occhiali.

Rimane da raccontare cos’è questo nuovo Fuoco e cenere, che sembra lavorare in senso contrario rispetto al capitolo precedente: in La via dell’acqua un’unica idea (padre dice ai figli di non fare una cosa, quelli la fanno, succede un guaio) era ripetuta tre volte, forse per arrivare alle tre ore abbondanti di durata prevista; Fuoco e cenere invece è pieno di eventi, storie, trame, cose diverse, tanto che a tratti sembra perfino che non ci sia il tempo per spiegare bene cosa sta avvenendo (lunghezza effettiva del film: 197’, ehm). Anche dal punto di vista dei contenuti, se nel capitolo precedente il potere della natura era sempre in primo piano, qui a prendersi la scena è la passione per le armi: mezzi corazzati, velivoli militari, missili, bombe e fucili abbondano. Del resto, si sa, siamo americani, combattiamo per difendere la libertà, etc. Forse anche in questo caso, Avatar se ne infischia della storia, e del mondo che sta fuori dallo schermo.

James Cameron è da sempre demiurgo, architetto di mondi, personificazione del passaggio tecnologico epocale che Hollywood ha vissuto nell’ultimo mezzo secolo: ha iniziato costruendo modellini – molto concreti – per film fantascientifici prodotti con due soldi da Roger Corman, è arrivato al cinema generativo, che ha annullato ogni confine con l’animazione: tutti i film della saga di Avatar sono, in effetti, cartoni (pur se di carta non se ne vede). Quest’ultimo Fuoco e cenere non farà cambiare idea a chi li considera baracconi senz’anima, con il suo arrogante gigantismo, con il perfezionismo formale che sopprime ogni dissidenza, con la scrittura che, per ricercare un appeal universale, inevitabilmente si appiattisce… Tutto vero, per carità. Eppure, a tratti, riesce perfino a emozionare. Emozioni hollywoodiane, certo, ma pur sempre emozioni.

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Esce Avatar 3

Telegiornale 16.12.2025, 20:00

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