Cinema

Storie già viste, breve viaggio nel plagio cinematografico

“The Holdovers” è l’ultimo esempio di una lunga serie di accuse di plagio che dai primi anni dell’industria cinematografica si sono susseguite incessantemente

  • 29 marzo, 08:13
  • 30 marzo, 07:45
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Di: Nicola Lucchi

Pare che Picasso amasse raccontare di quanto i buoni artisti siano bravi a copiare, aggiungendo però che, a rubare, siano capaci solo i grandi geni. Parole analoghe, a dire il vero, sono state pronunciate da autori di ogni epoca per le discipline più svariate. Alla base non c’è mai stata la difesa dei plagiari, quanto la consapevolezza che ogni creazione, consciamente o meno, è in qualche modo figlia di quelle che l’hanno preceduta. Eppure, per quanto sfumato, deve esserci un confine tra l’omaggio e la copia, la citazione e il furto. Un confine che ha portato non pochi guai anche nel mondo del cinema.

Un caso portato di recente all’attenzione del pubblico è quello di The Holdovers – Lezioni di vita, ultima fatica di Alexander Payne accusato di plagio dallo sceneggiatore Simon Stephenson, che già nel 2013 aveva presentato lo script del suo Frisco a vari produttori e registi, senza mai approdare alla realizzazione del film. «Le prove che la sceneggiatura di The Holdovers sia stata plagiata riga per riga da Frisco sono davvero schiaccianti», avrebbe dichiarato Stephenson, sostenendo che «molte delle scene più importanti sono effettivamente inalterate». Malgrado Payne abbia dichiarato in varie interviste di aver “rubato” la premessa del suo film da una pellicola francese vista anni prima, è certo che avesse letto in più occasioni lo script di cui Stephenson è autore.

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The Holdovers

È solo l’ultimo esempio di una lunga lista di accuse di plagio che dai primi anni dell’industria cinematografica si snocciolano come rosari assumendo le più svariate forme, dal puro affronto al calco più meschino, dalle furbesche citazioni spacciate per omaggi al meno spregevole ma altrettanto inglorioso riciclaggio. Un’escursione nel mondo dei plagiari che potrebbe prendere il via dal ben noto Nosferatu (1922) di F. W. Murnau, che senza possedere i diritti sul Dracula di Bram Stoker ne cambiò il nome per un adattamento mai autorizzato. Le modifiche rispetto al romanzo furono in realtà molte, ma non bastarono a convincere gli eredi di Stoker. Portato il film nelle aule di giustizia, il tribunale diede ragione agli accusatori e ordinò la distruzione di tutte le copie della pellicola. Una sentenza alla quale scamparono, fortunatamente, alcuni esemplari.

Negli stessi anni, dall’altra parte dell’oceano, un giovane sceneggiatore di nome Clyde Bruckman si faceva strada un successo alla volta come autore comico. Tra gli sceneggiatori e registi più richiesti, Bruckman lavorò per la coppia Stanlio e Ollio, nonché per Buster Keaton e Harold Lloyd, finché proprio quest’ultimo lo denunciò per plagio. Curioso che molte delle gag per cui Bruckman fu accusato erano state scritte da lui stesso per film precedenti. Un vizio recidivo, perché quando allontanato dal cinema trovò spazio in TV, le accuse tornarono. Sempre le stesse. Un dramma professionale che si unì a quello privato quando, ormai alcolizzato e senza lavoro, Bruckman si fece saltare la testa con una pistola chiesta in prestito all’amico Buster Keaton.

Certamente più note sono le diatribe legali tra due maestri del cinema come Sergio Leone e Akira Kurosawa, il primo accusato dal secondo di aver copiato La sfida del samurai (1961). Pare infatti che la parola yōjinbō, titolo originale della pellicola, fosse vietata sul set di Per un pugno di dollari (1964) e che la produzione di Leone non avesse mai acquistato i diritti per il riadattamento western dalla produzione giapponese. Servirono vere e proprie acrobazie legali per giungere al patteggiamento, tra queste la ricerca di una fonte d’ispirazione che non fosse l’opera di Kurosawa, ma qualcosa di antecedente. Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni offrì l’ancora di salvezza, perché essendo antecedente a La sfida del samurai, ma per qualche verso affine, fu astutamente segnalata come vera origine di entrambi i plot. La cosa non piacque a Kurosawa, che a titolo di risarcimento ottenne comunque parte dei diritti per la distribuzione del film di Leone.

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Kurosawa vs Leone

Meno conosciuta, venti anni più tardi, fu la questione legata a Terminator (1984), cult movie degli anni Ottanta che lo sceneggiatore Harlan Ellison accusò di plagio. L’opera originale, a detta di Ellison, era il suo Soldier, primo dei due episodi della serie TV The Outer Limits che narra la vicenda di un soldato del futuro che torna indietro nel tempo per salvare una donna da un nemico a sua volta proveniente dal futuro. Le somiglianze erano talmente evidenti che la produzione dovette patteggiare con Ellison offrendo, oltre a una imprecisata somma di denaro, i crediti per le successive uscite del film.

L’ossessione per le proprie idee e l’ansia di proteggerle a ogni costo è un lecito cruccio di molti autori, ma non sorprende che, a essere accusati di plagio, siano quasi sempre film con grandi incassi. Le somiglianze tra The Hunger Games (2012) e Battle Royale (2000), entrambi tratti da due romanzi di successo, sono state più volte messe in evidenza dal pubblico, così come quelle tra Avatar (2009) e Pocahontas (1995), ma è allo stesso tempo indiscutibile che le idee siano nell’aria e che certi archetipi conducano inevitabilmente a determinate somiglianze.

Se nella trama di un film leggessimo di tre persone che fingono di andare a Parigi in camper per soddisfare l’ultimo desiderio di un moribondo, quel che verrebbe in mente sarebbe probabilmente Pare parecchio Parigi (2024) di Leonardo Pieraccioni, se solo il cortometraggio Come se fosse Parigi (2020) di Antonio Grosso non narrasse la stessa identica vicenda. Plagio? Qualcuno avrà il compito di deciderlo. Nel frattempo, in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale pone enormi quesiti sul destino delle proprietà intellettuali, possiamo riflettere con ironia sulle parole dello sceneggiatore William Inge, secondo cui un’opera originale non è altro che «un plagio non ancora rilevato».

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Voi che sapete... 25.01.2021, 14:32

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