Musica pop

«Psycho Killer, qu’est-ce que c’est?»

I Talking Heads omaggiano il loro classico con un videoclip, a 50 anni dal loro debutto sul palco del leggendario CBGB di New York

Jerry Harrison, David Byrne
  • Keystone - SDA
Di: Vasco Viviani 

Era il 1973 quando Hilly Crystal inaugurò, sulla Bowery, il “Country, Bluegrass, Blues and Other Music For Uplifting Gourmandizers”. Locale newyorchese che le generazioni ricordano come lo storico CBGB, culla della musica che rese famosa la Grande Mela negli anni a venire. Erano i tempi dei Ramones, e quando Hilly chiese ad uno di loro, Joey, se i Talking Heads potessero fargli da spalla in una sera di giugno del 1975 il cantante della band accettò di buon grado. Pensava che le Teste Parlanti fossero spazzatura ma quella serata, al contrario, fu l’inizio di un grande successo. Sono passati 50 anni e la band di David Byrne, Tina Weymouth, Chris Frantz e Jerry Harrison ha deciso di rendere omaggio ad uno dei loro classici (composto in realtà al tempo degli Artistics, band che ha preceduto la loro definitiva incarnazione) commissionando a Mike Mills un videoclip che vede protagonista l’attrice Saoirse Ronan, attrice nota per le sue performance in Ladybird ed Espiazione, in una carriera ancora agli inizi e che le è già valsa quattro nomination agli Oscar (insieme a Jennifer Lawrence, la sola ad averne raccolte così tante prima di aver compiuto i 25 anni di età).

Stiamo parlando di Psycho Killer, leggendario brano che oltre a non aver perso un briciolo della sua freschezza ha influenzato una miriade di gruppi a venire. In alcuni casi la scoperta è sorprendente: Ice T lo cita come uno dei primi riferimenti per i suoi Body Count, Selena Gomez ne campiona la linea di basso per la sua Bad Liar; in altri l’influenza è molto più evidente (pensiamo soltanto ai Franz Ferdinand, oppure ai Primus). Ma per tutti l’attacco del brano, il suo ritornello, il fa-fa-fa di David Byrne, lo «Psycho Killer, qu’est-ce que c’est?» sono assolutamente indimenticabili.

Le parti in francese furono appannaggio di Tina Weymouth, dopo che l’idea iniziale di cantarle in giapponese fu archiviata per il categorico rifiuto di una conoscente, inalberatasi per il significato del brano. Brano che diventò da ballad, com’era stata concepita (tanto che Chris Frantz ne parlava come di un incrocio fra Velvet Underground e Otis Redding, quanto saremmo disposti a pagare per ascoltarla in quelle vesti?), un brano funky/new wave, lasciando la tensione sostenuta dalla mirabile linea di basso. Asse portante del loro debutto 77, prodotto da Tony Bongiovi (cugino di Jon Bon Jovi) e Tommy Ramone per Sire Records, dopo un primo abboccamento con Lou Reed che non ebbe purtroppo successo, in una delle innumerevoli sliding doors della storia della musica pop.

Nel video vediamo la protagonista Saoirse Ronan impegnata nella sua quotidianità, a casa, in auto, al lavoro con le colleghe, ma venendo l’occhio richiamato dai suoi gesti qualcosa sembra non funzionare. Una sensazione strana, quasi a richiamare la celebre frase di Franco Basaglia «Da vicino nessuno è normale». Vive tra la gente ma siamo tentati dal carpirne i pensieri e i non detti… E se potesse essere una Psycho Killer? Quel gesto, quello sguardo, una escalation di comportamenti che liberano una natura sommersa e in continua elaborazione, leggibile come pura e semplice pazzia da chi le sta intorno (e da chi evidentemente non ascolta i Talking Heads!).

Ai tempi che furono, la metà degli anni ‘70, si suppose che l’ispirazione venisse addirittura da David Richard Berkowitz, serial killer noto come figlio di Sam, al quale è dedicato anche lo splendido film di Spike Lee, Summer of Sam. In realtà il merito lo dobbiamo a quel dannato rocker di Alice Cooper, artista che della teatralità ha fatto ragione di vita, muovendosi fra glam, metal e shock rock. Nell’album Billion Dollar Babies (ovviamente con copertina a pelle di serpente), soprattutto con il brano Caught in a Dream, racconta di una star intrappolata in un sogno con una pistola puntata alla schiena mentre cerca di godersi lo sfarzo della vita. «Allora saprai che sono un caso mentale» canta a un certo punto e forse è proprio questo il momento, lo svelarsi al pubblico come pazzo e lasciare a esso e ai posteri l’ardua sentenza: verità o finzione? L’importante è instillare il dubbio e lasciarlo mentre si balla come non ci fosse un domani.

Il brano citato è contenuto nell’ultima riedizione di 77, il loro album d’esordio, disponibile in doppio vinile oppure in triplo CD/Blu Ray. All’interno, anche la versione acustica di Psycho Killer con l’apporto del violoncello di Arthur Russell, outsider di grandissimo pregio e altro motivo per deliziarci ancora con questi classici, a dimostrazione di come la musica pop sia diventata nel corso degli anni un involucro in grado di contenere veri e proprio gioielli, anche se forse poco raccomandabili. I Talking Heads si sono formalmente riformati nel 2023, da poco hanno ristampato anche il secondo album More Songs About Buildings and Food e forse potrebbero proporsi a un pubblico in continuo movimento tra il quale, di certo, qualche “Psycho Killer” potrà ascoltarli con piacere.

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Uscito il video di “Psycho Killer” (Il pomeriggio di Rete Tre)

RSI Cultura 09.06.2025, 15:00

  • Island Alive Pictures/Courtesy Everett Collection
  • Julie Meletta

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