LA RECENSIONE

“Baghèt”, il ritorno di Trovesi

La rimasterizzazione del primo album di uno dei più apprezzati jazzisti italiani

  • 19.01.2024, 16:03
  • 19.01.2024, 16:05
23:35

Baghèt

La Recensione 19.01.2024, 10:35

  • Imago Images
  • Paolo Prato
Di: Paolo Prato/Red. 

Gianluigi Trovesi è uno dei più apprezzati jazzisti italiani, sulla scena internazionale dagli anni Sessanta e con una ricchissima discografia alle spalle. Questo disco è la riedizione rimasterizzata del primo album realizzato a suo nome, registrato in parte dal vivo al Festival jazz di Imola nel luglio del ’78 e in studio a Milano.

Baghèt è il nome della cornamusa bergamasca, la città da cui proviene Trovesi, che nel disco alterna parti solistiche e in trio con un giovane Paolo Damiani al contrabbasso e il veterano Gianni Cazzola alla batteria.

Come solista, Trovesi si spende al clarinetto, suo strumento d’elezione, ai sassofoni e alle launeddas, in omaggio alla sua concezione allargata di musica – “musica totale” direbbe il suo mentore Giorgio Gaslini – in cui entrano le danze popolari, i ballabili e l’avanguardia classica. Il disco ebbe il Premio speciale della critica discografica italiana e diede una spinta formidabile a una carriera che negli anni avrebbe impresso un timbro originale sul jazz europeo di cui Trovesi è riconosciuto come faro assoluto.

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