«Può sembrare paradossale, ma ho capito che solo rispettando i propri limiti personali si diventa liberi. Prima non avrei potuto intraprendere questo percorso. C’è stata una presa di coscienza importante per trovare un equilibrio. Ero piuttosto ansiosa, una montagna russa emotiva estrema, sempre. Mi serviva pace interiore, e sono riuscita a fare tutto questo lavoro ascoltando il mio bambino interiore». La musica come strumento di crescita artistica e personale. Gli ultimi due anni sono stati cruciali per la musicista e produttrice elettronica ginevrina La Colère. Ascoltando la sua evoluzione personale e musicale, sembra che di tempo ne sia passato molto di più perché è una storia diversa. Il nuovo album Images (pubblicato alla fine di settembre) e il nuovo live show sono ambiziosi. Ne ha parlato con Marco Kohler a Confederation Music.
Spingendo sull’acceleratore e aprendo le porte della sua musica “electro” anche alla techno e alle ambientazioni più rave, La Colère ha raggruppato 9 canzoni in cui esplora la fragilità, la forza e contrasti; un percorso di crescita e guarigione che è stato possibile solo abbracciando il proprio bambino interiore e che oggi, sul palco, è diventato uno show interattivo e immersivo, un’esperienza sensoriale che non ha precedenti in ambito musicale svizzero: «Dietro di me c’è uno schermo, e io indosso una tuta interattiva che mi permette di controllare quell’universo. È come una tuta da surf, cattura i movimenti grazie agli stessi sensori utilizzati nei telefoni cellulari. Ho anche deciso di avere un alter ego: abbiamo creato un avatar che rappresenta la collera».
La Colère è una creativa, una cantautrice tecnologica, una freak del digitale e amante del tatuaggio che ha bisogno della natura e del mare come l’aria. Una combinazione potente di energie: «Trovo importante sentirsi legittimati ad avere diverse sfaccettature, anche contraddittorie, perché costituiscono la nostra personalità e non bisogna vergognarsene, anzi, è qualcosa di cui essere orgogliosi».




