Malcolm McLaren, figura enigmatica e rivoluzionaria, è stato molto più di un manager. È stato l’uomo che della provocazione e dell’anti business ne fece il suo business. La sua storia è un viaggio nella “selva discografica oscura”, dove le regole venivano riscritte a colpi di genio.
McLaren era un paradosso vivente. Talmente odiava il management che è diventato il manager più bravo di tutti. La sua strategia era quella di creare scandalo, trasformando ogni attacco in pubblicità. Per lui, la pirateria era una vera e propria bandiera. Questo approccio, dove il “contro che fa tendenza” diventava la tendenza stessa, dimostra la sua acuta comprensione del marketing e della cultura giovanile.
I Sex Pistols, sua creatura più celebre, erano lo strumento per intercettare le ragazzine o i teenager incazzati con il mondo. Il punk, nato da questa ribellione, ha avuto un impatto duraturo, influenzando band come i Clash e i Duran Duran.
La genialità di McLaren risiedeva nella capacità di avere una visione che gli permetteva di analizzare profondamente il presente e, così facendo, interpretare il gusto della gente. Anche la sua compagna, Vivienne Westwood, incarna questa trasformazione.

Malcolm McLaren
L’influenza di McLaren si estende ben oltre il punk, toccando generi come la musica dance. «La regola è che non c’è una regola. Qua fate un po’ quello che volete. Tutto è possibile», era il suo mantra. Un vero genio del marketing con idee originali, la sua figura manca oggi, in un’era dove il marketing domina senza la stessa scintilla creativa.
Malcolm McLaren, con la sua importanza di essere contro, ha lasciato un segno indelebile, dimostrando che l’immoralità può essere la più alta forma di morale, se guidata da una visione autentica.