90 anni come tappa e non come traguardo, perché si deve guardare sempre al futuro. Anche se, naturalmente, nove decenni di attività sono un evento da festeggiare come si deve per l’Orchestra della Svizzera italiana, realtà di primaria importanza nel tessuto culturale della regione in cui si è formata. E l’OSI condividerà la gioia di questo anniversario assieme al pubblico giovedì 16 ottobre 2025 alle 20, con un concerto nell’Auditorio Stelio Molo di Besso sotto la direzione dal maestro Enrico Onofri. Un evento destinato a restare nella storia di quella che, agli albori, fu la Radiorchestra.
Diverse le iniziative e i momenti che sottolineano i 90 anni dell’OSI: tra questi citiamo le prove generali aperte alle scuole (un pubblico a cui l’Orchestra riserva sempre grande attenzione), una nuova composizione dedicata e, non da ultimo, un libro.
Il respiro dell’Orchestra: questo il titolo scelto da Lorenzo Sganzini per il suo libro sull’OSI, edito da Casagrande. Già responsabile di Rete Due e figura inserita nel discorso culturale ticinese e del polo culturale del Lac di Lugano, per scrivere queste pagine l’autore ha attinto al suo stile narrativo: «Non è un libro celebrativo nel senso tradizionale del termine, quei libri magari patinati, un po’ ufficiali, storici, con una ricostruzione meticolosa» così lo descrive. È, invece, un racconto, proprio come è nelle sue corde: un volume che traccia una storia, un romanzo da leggere comodi e rilassati in poltrona.
Un libro sui 90 anni dell’OSI (Montmartre, Rete Due)
RSI Cultura 14.10.2025, 16:30
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«Quando ho immaginato un libro, l’ho immaginato come un viaggio. Io parto sempre da bei luoghi. Qui non c’erano i luoghi, ma le tappe di questo viaggio sono i diversi momenti nel corso di un anno in cui ho seguito l’Orchestra» racconta Sganzini, che ha partecipato a eventi come il concerto, la tournée, le attività con le scuole e i concorsi per la selezione dei musicisti. Non mancano in questo racconto fatti storici, come gli arrivi a Lugano di Stravinskij e Strauss, citati dall’autore fra i più significativi.
Un ricordo particolare riguarda le prove per l’esecuzione della Terza Sinfonia di Beethoven, a cui Sganzini ha presenziato: «Arriva il direttore, entra l’orchestra in Auditorio, solo una parola: “Buongiorno”. [Il direttore] Alza la bacchetta e parte il primo movimento». «Perché provarla tre giorni?» si chiede lo scrittore pensando all’alto livello dei musicisti. «Poi è cominciato questo lavoro di affinamento continuo, di correzione del dettaglio, e quando sono arrivato la sera del concerto ho sentito l’importanza di quel lavoro di avvicinamento». Un lavoro sui particolari che, fa notare, viene poi trasformato «in qualche cosa di compiuto» dal contatto con la sala e il pubblico e dalla tensione che caratterizza la sera di un concerto.
Emozioni che conosce bene Duilio Galfetti, violinista dell’OSI e compositore. Per celebrare l’importante anniversario, Galfetti ha scritto un pezzo che verrà eseguito per la prima volta durante il concerto del 16 ottobre. S’intitola Divertissment Mélancomique, parole che racchiudono un gioco di parole ispirato al clown Dimitri, con cui Galfetti fece alcune serate di musica popolare. «Conoscerlo più da vicino mi ha arricchito moltissimo e ho “rubato” qualche visione della vita, molto importante al di là dell’arte, sul sapersi costruire una carriera» ricorda.
Un “Divertissment Mélancomique” per i 90 anni dell’OSI (Montmartre, Rete Due)
RSI Cultura 15.10.2025, 16:30
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La composizione è costituita da cinque movimenti, in cui riferimenti e giochi di parole si rincorrono in un continuo cambio di atmosfera. La scelta della forma ha dato ancor più energie creative a Galfetti: «Il divertimento non mi vincola troppo, permette di dare sfogo alla fantasia». Il musicista si augura che il pubblico colga nel brano «un linguaggio se possibile personale. Non sta a me giudicare: io lo faccio e mi diverto, se piace anche agli altri sono contento».
Galfetti, che fa parte anche dei Barocchisti e di altre formazioni, si esprime sul contesto musicale della Svizzera italiana, che «quasi non si rende conto dei tesori che si ritrova. La musica di alto livello sembrerebbe essere per pochi e la tendenza è quella di pensare: “Si arrangino loro se la vogliono fare”. In generale trovo che l’arte, e la musica, sia l’espressione più alta dell’umanità e quindi vada preservata con tutte le forze».
Nel programma del concerto per i 90 anni dell’OSI l’ouverture Campo Marzio di Ernst Krenek, il Divertimento per orchestra da camera di Otmar Nussio e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Ludwig van Beethoven, oltre alla prima assoluta di Divertissment Mélancomique di Duilio Galfetti, di cui si è parlato nell’articolo.
La serata sarà trasmessa in videostreaming e in diretta radiofonica su Rete Due.