Un viaggio nel Tempo della stravaganza

Con Il tempo della stravaganza, edito da Mondadori, Stefano Bollani immagina un narratore proiettato nel futuro, intento a ricostruire la storia dell’umanità con pochissime tracce a disposizione. Pianista, compositore, attore teatrale e volto televisivo, l’autore torna alla narrativa con quattordici “reperti” letterari: racconti vivaci, sorprendenti e piacevolmente eccentrici che aprono le porte a un’epoca enigmatica, dove passato e presente si intrecciano in una danza armoniosa.

Il libro nasce come «un invito a ragionare con la propria testa e quindi a lasciare andare la fantasia e la stravaganza», spiega Bollani a Musicalbox. L’opera affronta temi delicati con leggerezza, lasciando però sempre aperto uno spazio per la riflessione. Il narratore immaginario propone la sua interpretazione in tono benevolo: per Bollani era fondamentale che la voce narrante fosse «affascinata da queste stravaganze del genere umano, ma che non le giudicasse».

In questo universo inventato, Bollani afferma che «non c’è bisogno di leggi per non fare del male all’altro, perché l’altro sono assolutamente io». L’artista ha immaginato un futuro luminoso, in aperta contrapposizione alla visione cupa di molti autori di fantascienza. Su questa linea, il libro pone al centro il tema dell’amore e dell’incontro con l’altro: «I Beatles sono molto presenti nel libro, anche se non parla espressamente di musica. Ma son presenti proprio perché rappresentano bene questa idea. Devi semplicemente aprirti all’amore». Pur non entrando direttamente nella narrazione, la musica per Bollani resta uno strumento essenziale di connessione: «la musica mi ha aiutato tanto a entrare in contatto con gli altri».

Da questa idea di dialogo nasce anche il suo approccio alla scrittura, che riprende la stessa libertà creativa della musica. L’improvvisazione e la composizione sono infatti pilastri sia della sua carriera musicale che di quella narrativa, due esperienze che per Bollani restano profondamente connesse. Si parte da una struttura solida, per poi concedere spazio alla libertà creativa: «molto spesso comincio a scrivere e vedo dove arrivo».

Questa predisposizione all’improvvisazione, però, non ha compromesso l’unità e la coesione del racconto. Secondo Bollani, ciò è stato possibile grazie «alla voglia di affrontare argomenti enormi perché nel libro vengono liquidati in poche pagine argomenti come Dio, la vita, la morte, l’amore, l’anarchia, il rapporto con la natura».
In questo senso, è stato fondamentale un approccio quasi distaccato alla scrittura: Bollani ha scelto di spogliarsi delle proprie convinzioni per calarsi nei panni di altri personaggi, assumendo prospettive diverse e lasciando che fossero loro a guidare il racconto. Questo atteggiamento gli ha permesso di affrontare temi complessi senza fissarsi sulle proprie idee personali.

Il tempo della stravaganza è molto più di una raccolta di racconti: è un invito a liberare il pensiero, a sperimentare nuove prospettive e a lasciarsi guidare dall’immaginazione. Con ironia e leggerezza, Bollani affronta temi universali e li trasforma in spunti di riflessione, senza mai imporre verità assolute. Il risultato è un’opera che sorprende, diverte e stimola, capace di intrecciare filosofia e fantasia in una narrazione che, come la musica, nasce dall’improvvisazione e si apre alla libertà.