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Cammini europei: quando la memoria si fa strada

Gli itinerari culturali come risposta alla crisi ecologica e identitaria. Un viaggio tra paesaggi, incontri e storie che fanno l’Europa

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La Magna Via Francigena

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Di: Mat Cavadini 

Gli itinerari culturali europei stanno vivendo una nuova stagione di attenzione e investimento. Non si tratta soltanto di percorsi storici o religiosi, ma di veri e propri laboratori di identità, sostenibilità e cittadinanza. In un contesto segnato da crisi ecologica, disorientamento identitario e saturazione digitale, questi cammini offrono esperienze autentiche, dove il paesaggio diventa racconto e il viaggio si trasforma in gesto politico.

Il crescente interesse verso percorsi come la Via Francigena, la Rotta dei Fenici, i Cammini di Santiago o la Strada dell’Imperatore Carlo V nasce da una convergenza di fattori. Da un lato, la spinta verso una mobilità rispettosa dell’ambiente; dall’altro, il desiderio di radici e senso, in un continente che fatica a raccontarsi come comunità. A ciò si aggiunge la dimensione partecipativa: ogni tappa è un frammento di un racconto collettivo, fatto di incontri, gesti e memorie condivise.

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Quello che conta è il cammino

Millevoci 12.05.2025, 10:05

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  • Axel Belloni e Francesca Margiotta

Questi cammini rappresentano archivi viventi, dove la storia non è chiusa in una teca, ma si respira tra le pieghe del paesaggio. Il patrimonio culturale non si limita a monumenti e documenti, ma include tradizioni, voci locali, pratiche quotidiane. Gli itinerari culturali permettono di attraversare territori marginali, riscoprire usanze dimenticate e valorizzare il patrimonio immateriale.

Tra i percorsi più noti, la Via Francigena collega Canterbury a Roma attraversando Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia per oltre 2’000 chilometri. Il Cammino di Santiago, nella sua variante più frequentata - il Camino Francés - parte dai Pirenei e giunge a Santiago de Compostela dopo circa 800 chilometri. La Rotta dei Fenici si sviluppa lungo le antiche vie commerciali del Mediterraneo, toccando Libano, Tunisia, Italia, Grecia e Spagna. La Strada dell’Imperatore Carlo V ripercorre il viaggio compiuto nel 1556 dall’imperatore, da Bruxelles a Yuste, in Estremadura, per circa 1’500 chilometri. Questi cammini non sono solo tracciati geografici, ma narrazioni in movimento, capaci di unire territori, culture e memorie.

La Magna Via Francigena

La Magna Via Francigena

  • RSI - Marco Pagani

Sul piano ecologico, questi percorsi propongono un modo diverso di attraversare lo spazio: più attento, più consapevole. In tempi di crisi climatica, camminare o pedalare diventa un atto di responsabilità. Il paesaggio si rivela come spazio di relazione, dove ogni dettaglio - un campo coltivato, un muretto a secco, un canto di uccelli - diventa occasione di cura.

Sempre più istituzioni educative integrano questi cammini nei loro programmi. Non come semplici escursioni, ma come esperienze didattiche capaci di connettere storia, geografia, cultura e cittadinanza. Percorrere la Via Francigena aiuta a comprendere il senso del pellegrinaggio medievale; visitare i luoghi della memoria della Shoah fa percepire il peso delle assenze; raggiungere Santiago de Compostela rivela una spiritualità che può essere anche laica, fatta di incontri e silenzi.

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Il Cammino del lago Maggiore

RSI Cultura 15.05.2025, 17:00

  • RSI
  • Lorena Pianezza, Edoardo Nerboni e Debora Huber

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