Il mondo del giornalismo si sente minacciato dall’IA. Questo sembra infatti il sentimento dominante di un’industria, già in crisi da anni, messa ad ulteriore prova da una tecnologia dalle potenzialità tanto grandi quanto ancora incerte. Ma quali sono le sfide reali poste dalla nuova ondata di intelligenza artificiale generativa e quali invece sono solo percepite come tali?
Secondo Philip Di Salvo, ricercatore all’Università di San Gallo che da anni si occupa di media e del loro rapporto con la tecnologia, il fenomeno va analizzato sotto due aspetti diversi, ognuno dei quali ha però radici nel fatto che i contenuti prodotti dalle intelligenze artificiali generative (come ChatGPT, Midjourney, Copilot ecc) sono di natura multimediale, ed entrano quindi naturalmente nel campo d’azione delle imprese mediatiche tradizionali.
La prima preoccupazione dei giornalisti è quella che si è sempre presentata nella storia umana all’arrivo di una nuova tecnologia: il timore di essere sostituiti dalle macchine. Ma questa, secondo Di Salvo, è una paura in parte infondata: “con ogni probabilità non esisterà mai un’intelligenza artificiale in grado di sostituire completamente il lavoro di un giornalista che va a fare un reportage o un’inchiesta: la sostituzione dei giornalisti umani per via delle macchine è assolutamente uno scenario da fantascienza”. Questi sistemi cambiano semmai il modo in cui il giornalismo viene prodotto: delegando ai computer alcuni compiti, si potranno operare tagli ai costi. Un semplice articolo sui trend del mercato azionario, oppure sui risultati di una partita di calcio, può in effetti essere prodotto dall’IA – e, di fatto, alcune testate usano questa possibilità già da tempo. In ambito redazionale, ad essere a rischio sono poi le professioni più tecniche che hanno a che vedere con la produzione e la modifica di audio, immagini e video. La domanda è quindi questa: il giornalista o il videomaker che si libera dalla routine di attività più meccaniche potrà dedicarsi a compiti più complessi come inchieste e reportage oppure si vedrà tagliate le ore di lavoro? Su questo punto “non sono ottimista”, afferma Di Salvo. “Gli editori lavorano dentro il sistema economico che si chiama capitalismo, che non ha mai aiutato l’economia dei media. Quindi temo ci possa essere un’ondata di tagli dei costi”.
L’altro grande tema a preoccupare il mondo mediatico è quello della disinformazione e della misinformazione: l’IA generativa può cioè creare, anche in massa, testi e contenuti multimediali falsi che potrebbero condizionare l’opinione pubblica e, secondo le voci più critiche, minacciare la solidità delle democrazie. Particolare attenzione è stata posta dai media al tema dei deepfake, contenuti manipolati o creati dall’IA. E, tuttavia, fenomeni di disinformazione di massa di questo tipo non si sono ancora verificati, nemmeno nel contesto di importanti campagne elettorali come quelle per le ultime elezioni nel Regno Unito, per le elezioni europee o per le presidenziali americane. “Il problema dei deepfake esiste. Che la gente caschi in questi tranelli e decida di votare in un determinato modo perché ha visto un fake di tre minuti abbastanza sgangherato, questo no: non sta succedendo”. Il discorso vale anche per ChatGPT e gli altri chatbot. Certo, le loro affermazioni possono essere errate, soprattutto se vengono utilizzati come se fossero motori di ricerca: “è chiaro che le risposte di ChatGPT siano, dal punto di vista della veridicità, assolutamente problematiche. La macchina non è assolutamente più neutrale o più equa di un essere umano, anzi. Però non esiste assolutamente un’epidemia di disinformazione generata dall’IA”.
Sul futuro, invece, è difficile fare previsioni. I deepfake potrebbero diventare più convincenti, così come le immagini generate dall’IA, ma è difficile capire quanto evolveranno questi sistemi. Tanto più che, stando ad alcune indiscrezioni, le più grandi aziende di IA stanno facendo sempre più fatica a migliorare i loro prodotti. Insomma: le nubi all’orizzonte sono piuttosto cupe, ma nessuno può dire quanto si stiano avvicinando.
Philip Di Salvo discuterà di questi temi alla Lugano AI Week il 3 dicembre prossimo in un panel al quale parteciperanno anche Bruno Giussani (TED) e Silvia Quarteroni (Swiss Data Science Center)
Lugano AI Week
Serotonina, Rete Tre 28.11.2024, 15:00
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