Ambiente

L'ape è vita

Impariamo a riconoscere l’importanza di questi insetti, anello fondamentale dell’intera catena alimentare

  • 16 maggio 2022, 14:14
Un'ape fa rifornimento di polline

Un'ape fa rifornimento di polline

  • © Luisa J. Rusconi
Di: Luisa J. Rusconi e Alice Tognacci

È riconosciuta da millenni come uno degli insetti più laboriosi ed infaticabili. L'ape è la vera responsabile della varietà dei cibi che portiamo sulle nostre tavole ma troppo spesso ne ignoriamo l'importanza. Imparare a conoscere le api e a proteggerle è importante per il futuro di tutti noi. Dalla loro opera quotidiana di impollinazione dipendono tre quarti delle coltivazioni agricole mondiali, che corrispondono a più del 70% del cibo che mangiamo, ovvero un boccone su tre di cibo. Negli ultimi anni fortunatamente si è cominciato a parlare sempre più della loro importanza e nell'ottobre del 2017 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di designare con il 20 maggio, data di nascita del pioniere delle tecniche di apicoltura moderne Anton Janša, la Giornata Mondiale delle Api.

L’ape impollinatrice ha una storia ben più antica di quella dell'uomo

Circa 150 milioni di anni fa il trasporto del polline era affidato al vento e la varietà di piante era limitata anche perché troppo polline veniva perso. Ed è così che la natura, operosa e lungimirante, iniziò ad organizzarsi altrimenti. Grazie al sodalizio con alcuni insetti, già attratti dai pollini, le piante iniziarono a modificarsi per risultare più attrattive. Le Angiosperme – quelle piante provviste di fiori evidenti e colorati capaci di formare frutti; per farne solo qualche esempio: il girasole, il grano, l’eucalipto, il melograno, la carota e le fragole come altre piante perenni tra alberi, arbusti e cespugli – iniziarono così a diffondersi. L'evoluzione delle piante venne accompagnata dalla specializzazione degli insetti e dalla nascita di api molto simili a quelle odierne. L’esemplare più antico di ape mellifera – la specie più diffusa al mondo e produttrice di miele a differenza di altre api che sono solo impollinatrici – risale a oltre 100 milioni di anni fa ed era rimasto intrappolato all’interno di un’ambra.

L’ape è indispensabile: l’ape è vita. Dal suo benessere dipende il nostro

Oggi, più del 40% delle specie di invertebrati impollinatori rischiano di scomparire; in particolare in Europa il 9,2% delle specie di api europee sono attualmente minacciate di estinzione (IUCN, 2015). Il compito che le api svolgono sembra scontato, ma i benefici del loro lavoro vanno cercati oltre l’impollinazione dei fiori che abbelliscono parchi e giardini e oltre il prodotto del loro lavoro, il miele. Ricordate la famosa canzone "Ci vuole un fiore" di Gianni Rodari e Sergio Endrigo?

Per Sergio Endrigo ci vuole un fiore

RSI Archivi 24.12.1975, 16:34

Sembrerà banale sottolinearlo, ma non solo per fare un tavolo ci vuole un fiore…

Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo per l’uomo; senza api e farfalle che garantiscono l’impollinazione, molte specie di piante si estinguerebbero e gli attuali livelli di produttività potrebbero essere mantenuti solamente ad altissimi costi – e non con risultati così soddisfacenti – attraverso l’impollinazione artificiale. Solo in Europa sono a rischio circa 4000 colture diverse, un dato che inevitabilmente ha conseguenze anche per la nostra alimentazione: non è solo il miele a rischiare di sparire dalle nostre tavole, ma con lui, gran parte di frutta e verdura, carne e latticini – gli animali da allevamento si nutrono di erbe specifiche che vengono impollinate dalle api –, tè, caffè e cioccolata. Il problema, in aggiunta, si estenderebbe anche ai nostri armadi: la maggior parte dei vestiti che indossiamo sono composti da cotone, anch'esso impollinato per la maggior parte dalle api. Ecco perché è importante saper riconoscere l’importanza di certi insetti per il nostro ecosistema: tutelarli significa difendere sé stessi.

Perché sono in pericolo?

A causa di alcune scelte dell’agricoltura moderna – come l'intensificazione dell'agricoltura e le pratiche monocolturali, l'uso di pesticidi sintetici, l’eliminazione delle siepi e l’impiego dei fitofarmaci, l’urbanizzazione e la cementificazione – l’ambiente è diventato inospitale per la maggior parte degli insetti impollinatori, facendo diventare l’Apis mellifera l’unica opzione indispensabile per la sopravvivenza di alcune colture, diventando fondamentali per l’equilibrio del nostro ecosistema. Anche queste stesse api, però, come altri insetti impollinatori, sono minacciate quotidianamente da inquinamento e cambiamenti climatici che inficiano molto negativamente sul loro habitat: l'innalzamento delle temperature, che normalmente spinge le api a migrare verso luoghi più freschi, può portare alla diffusione di parassiti e malattie che ne indeboliscono le colonie. Con la popolazione di api in declino il futuro si prospetta tutt'altro che roseo. Se pensiamo che soltanto negli ultimi 5 anni sono scomparsi nel mondo circa 2 milioni di alveari per anno c'è di che spaventarsi. La conclusione è chiara: o cambieremo subito il nostro modo di produrre cibo, oppure la maggior parte degli insetti arriveranno all’estinzione entro pochi decenni; e le ripercussioni sarebbero molto gravi e irreparabili. Per questo il nostro contributo, come anche quello dell'industria alimentare, è fondamentale per la conservazione di questa specie di insetti così generosa con l'uomo.

Difendere le api si può. Partiamo dalle nostre abitudini

Nel mondo esistono più di 17'000 specie di api selvatiche. 600 di queste vivono anche in Svizzera e impollinano gran parte delle nostre piante coltivate o selvatiche. Basta poco per dar loro una mano e anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per contribuire al loro benessere, oltre al già preziosissimo lavoro che svolgono tutti gli apicoltori del mondo con le loro api mellifere, primi guardiani e difensori delle piccole laboriose.
Eccovi qualche consiglio.

Compra bio: alla luce di tutte le considerazioni appena fatte, va da sé che l’acquisto di cibi biologici ha un impatto diretto sul benessere delle nostre amiche con ali, quindi, dovremmo sempre prediligere l’acquisto di cibo che non ha contribuito all’uso di prodotti chimici.

Pianta fiori ricchi di nettare e piante amiche: anche i balconi o i giardini di casa nostra possono fare la differenza.Piantare fiori ricchi di nettare nei propri giardini, creando un ambiente amico per le api e favorendo la biodiversità, fa sicuramente bene alle piccole laboriose amiche. Non solo fiori ma anche piante come rosmarino, timo, trifoglio, erba medica, coriandolo, cumino, lavanda, malva, ma anche le fragole! Sapevate che questa piantina cresce benissimo anche in vaso ed essendo una pianta perenne d’inverno mantiene le sue foglie verdi rendendo accogliente il balcone 365 giorni l’anno? Con la primavera potrete approfittare dei dolci frutti e per il resto dell’anno di una bella piantina.

Casette per api: sempre sui nostri balconi possiamo installare quelle graziose casette pensate per ospitare api selvatiche o solitarie. Ce ne sono di tanti tipi e online potrete trovarne un mondo. In poche parole, queste casette riproducono le condizioni adatte per la sopravvivenza e il benessere delle api solitarie, quelle, cioè, che non vivono in un alveare e non producono miele ma sono altrettanto importanti per l’ambiente. Gli esperti consigliano di posizionare la casetta in una zona soleggiata, preferibilmente esposta a Sud. Digitate “casette per api” sui motori di ricerca e scegliete quella che vi piace di più!

Anche Paolo Messineo, un apicoltore di Castel San Pietro, vicino di casa di Luisa J. Rusconi, ci spiega perché ognuno di noi dovrebbe fare qualcosa per tutelare questi preziosi insetti. Ascolta il breve estratto audio prodotto da Luisa per saperne di più!

L'ape è vita

RSI Extra 16.05.2022, 14:04

  • © Luisa J. Rusconi

Paolo Messineo, apicoltore di Castel San Pietro

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  • © Luisa J. Rusconi
Le arnie di Paolo

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  • © Luisa J. Rusconi

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