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Andata e ritorno dal Messico

Migliaia di messicani arrivano ogni anno negli USA come braccianti agricoli stagionali per fare lavori che gli statunitensi non vogliono più svolgere

  • 16 May 2019, 19:16
  • 9 June 2023, 09:22

RG 18.30 del 16.05.2019 Il reportage di Emiliano Bos

RSI Mondo 16.05.2019, 21:16

  • © RSI /E. Bos

“Non c’è alternativa all’uso di manodopera straniera. Abbiamo bisogno di questi immigrati”. Il signor Pender Sharp coltiva tabacco da quattro generazioni. Ha capelli canuti, modi gentili e mani poderose. Senza questi lavoratori “stagionali” non riuscirebbe a gestire i suoi 4'000 ettari di terreno.

PRODUTTORE DI TABACCO – Pender Sharp, 68 anni, da quattro generazioni coltiva tabacco in North Carolina. Per lui la manodopera straniera è indispensabile

Pender Sharp, 68 anni, da 4 generazioni coltiva tabacco. Per lui la manodopera straniera è indispensabile

  • RSI/E. Bos

Siamo in North Carolina. Come ogni anno, in queste settimane inizia un singolare pellegrinaggio di cui si parla poco. Immigrati messicani, con regolare contratto, arrivano a bordo di decine di autobus.

BUS E VALIGIE – Messicani arrivati da poco in autobus dal confine. Nel 2018, in totale, oltre 10'000 stagionali hanno lavorato nei campi in North Carolina

Messicani arrivati in bus. Nel 2018 oltre 10'000 stagionali hanno lavorato nei campi in North Carolina

  • RSI/E. Bos

Hanno un singolare biglietto di andata e ritorno dal Messico. Malgrado tutta la retorica sul “muro” al confine (“Siamo pieni, non c’è più posto per gli immigrati”, aveva detto Donald Trump qualche settimana fa), questi messicani hanno oltrepassato con facilità la frontiera.

Ne vediamo alcune centinaia nel giorno del loro arrivo alla “North Carolina growers association”, un’associazione che riunisce 700 piccoli e medi coltivatori a Vass, un piccolo villaggio a metà strada tra la capitale Raleigh e l’Oceano.

PARADOSSO USA

Questi braccianti stagionali si fermano a lavorare parecchi mesi. Un paradosso tutto statunitense: hanno documenti in regola, con vitto, viaggio e salario garantito da chi li assume. Ma questa forma di immigrazione legale ha costi sempre più elevati per le aziende agricole.

Quando li incontriamo stanno compilando i documenti all’interno di un capannone dell’associazione di coltivatori. Un operatore fornisce indicazioni pratiche in spagnolo ai lavoratori.

Tra poco ripartiranno per raggiungere i loro datori di lavoro in tutta la North Carolina. Per i prossimi 8-9 mesi raccoglieranno fragole, patate dolci, foglie di tabacco. E persino abeti da usare come alberi di Natale.

Molti di loro fanno i pendolari dal Messico da un sacco di tempo. Come il signor Ruben Toledo. È il suo 26esimo anno. In un’ora qui guadagna quasi quanto una giornata di lavoro in Messico.

MEZZA VITA NEGLI USA – Ruben Toledo, da 26 anni viene negli USA come bracciante stagionale. Ha trascorso più tempo oltre confine che nel suo paese di origine

Ruben Toledo, da 26 anni viene negli USA come bracciante stagionale. Ha trascorso più tempo oltre confine che nel suo paese

  • RSI/E. Bos

DIRITTI E SALARI

Da anni il numero degli immigrati irregolari in agricoltura è diminuito qui negli Stati Uniti. E qui in North Carolina. Qualcuno lo dice a bassa voce, quasi vergognandosi di ammetterlo: gli “undocumented” – i migranti privi di documenti - convenivano molto di più. Non avevano diritti e costavano meno alle aziende agricole.

Con l’aumento dei controlli lungo la frontiera in questi anni ne sono arrivati sempre meno da queste parti. Chi viene qui a lavorare oggi ha almeno qualche garanzia in più. “Ci sono ancora violazioni dei diritti dei lavoratori”, spiega Justin Flores, presidente di un sindacato locale. Ma almeno quelli che sono assunti dalla “North Carolina growers association” – assicura – hanno un trattamento dignitoso. E ricevono 12,25 dollari l’ora. Più di alcuni americani in certe professioni.

“SERVONO PORTE NEL MURO”

Questo programma di immigrazione legale “protegge impieghi e salari americani. Nessuno vuole deprimere il mercato locale”, dice il vice-presidente dell’associazione, Lee Wicker. “Se gli americani vogliono un muro, lo si costruisca pure. Ma servono grandi porte per far venire queste persone a lavorare qui”.

Emiliano Bos

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