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I cicli delle crisi nella storia

di Brigitte Schwarz

Quentin Massys, "L'usuraio e sua moglie", 1514, olio su pannello, Musée du Louvre
24:53

I cicli delle crisi nella storia

Laser 07.02.2012, 01:00





Dopo la profonda crisi finanziaria, la peggiore dalla Grande Depressione degli anni Trenta, che ha colpito i mercati su scala globale, con le ripercussioni economiche e sociali che stiamo vivendo, il mondo appare sempre meno sicuro. Alcuni stati non riescono più a pagare gli interessi sui propri debiti o a restituire, alla scadenza, il denaro preso a prestito dai creditori. Nonostante le incertezze di alcuni governi, l’eurozona se la sta cavando, e spinge anche i paesi più deboli, come è avvenuto in Grecia e in Italia, ad adottare misure urgenti, evitando così il fallimento di importanti istituzioni finanziarie che avrebbe potuto travolgere milioni di risparmiatori, come fu il caso della crisi del ‘29. Guardando alla storia le bancarotte non sono una novità. Il primo caso documentato risale addirittura all’Antichità. Le crisi si ripetono nel Medioevo e in età moderna quando ad essere colpite sono grandi potenze (la Spagna, la Francia, l’Italia, il Portogallo), continuano poi in età contemporanea con frequenti fenomeni di instabilità finanziaria, accompagnati da improvvise alternanze di euforia e di panico. Quali i tratti comuni delle ricorrenti crisi finanziarie? La storia si ripete oppure l’attuale modello di capitalismo, dominato dal capitale finanziario, sta attraversando una crisi, definita da taluni, “terminale”? Ne discutono, al microfono di Brigitte Schwarz, Giovanni Vigo, ordinario di Storia dell’economia internazionale all’Università di Pavia; Giuseppe De Luca, professore di storia economica all’Università degli Studi di Milano e Alessandro Missale professore di economia politica all’Università degli Studi di Milano e all’Università di Ginevra.

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