Cultura e spettacoli

Tre domande a Seraina

La direttrice di Soletta presenta la 51a edizione

  • 21 gennaio 2016, 19:56
  • 14 settembre 2023, 09:59
Seraina Rohrer (seconda da destra) con regista e attori di "Die Schwalbe"

Seraina Rohrer (seconda da destra) con regista e attori di "Die Schwalbe"

  • RSI

Si chiama Seraina come l'amichetta bionda di Uorsin nel libro (e nel recente film di successo: 400mila spettatori in Svizzera) Una campana per Ursli. Del resto è di origini engadinesi pure lei. Seraina Rohrer è la direttrice della Giornate cinematografiche di Soletta ormai da cinque edizioni. Dinamica e determinata, ma con una sguardo dolce e tranquillo, attraverso le Giornate porta avanti un progetto ben riconoscibile di valorizzazione del cinema svizzero, che punta a un'apertura ideale e concreta verso l'esterno.

Non è un caso probabilmente in questo senso che il film d'apertura sia Die Schwalbe (La rondine) del regista svizzero di origine kurdo-siriana Mano Khalil. Come mai dopo l'edizione del mezzo secolo, 51esima è ripartita da qui?

"Devo dire che sono una grande fan di Mano. I suoi film, Der Imker, Unser Garten Eden, sono molto emozionanti e adesso ha fatto un'opera che riesce a raccontare una storia svizzera, ma dimostra che noi facciamo parte di questo mondo e abbiamo delle identità transnazionali" (leggi L'eroismo è materia scivolosa)

Prime immagini dalle 51esime Giornate di Soletta

La componente grigionese va oltre la direttrice, perché le Giornate dedicano l'omaggio di quest'anno a una gloria cine-teatrale del cantone, la poschiavina Ursina Lardi:

"È un'attrice importantissima e anche un simbolo della Svizzera, perché viene dai Grigioni, da bambina parlava l'italiano, poi è partita e ha girato con grandi registi, come Michael Haneke. In Svizzera ha fatto film come Unter der Haut. Trovo affascinante che attraverso il suo corpo sappia interpretare le donne in un modo veramente presente, in una maniera che sullo schermo risulta forte. È l'emblema ideale della svizzera che parla le lingue, ha successo all'estero, sa guardare con occhio critico il suo paese; è una persona molto dura anche con il suo lavoro e fa le cose con passione".

Dopo i festeggiamenti per il 50esimo quali sono le prospettive di questa edizione. Per dove ripartono le Giornate?

"Partono verso il futuro, verso un'apertura della Svizzera. Abbiamo creato la nuova sezione Beyond Borders. Dopo la votazione sull'immigrazione di massa il nostro paese è stato escluso dal programma Media e di conseguenza è diventato molto più difficile per i film svizzeri essere commercializzati all'estero. Noi vogliamo mostrare che il cinema svizzero è anche europeo, fa parte della cinematografia europea, per questo invitiamo rappresentanti dei festival importanti a venire a Soletta, per guardare i film e portarli anche nei loro festival".

MZ

p.s. Una quarta domanda: e la Svizzera italiana?


"
Quest'anno abbiamo ricevuto pochissimi titoli dalla Svizzera italiana. Un film che ha fatto successo è il secondo episodio della Palmira. Lo abbiamo scelto nel programma perché pensiamo sia un buon esempio, ma in generale a livello di lungometraggi la produzione presente a Soletta e i film che ci sono stati proposti sono pochi".

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