Approfondimento

I bunker dei miliardari

Molti magnati della tecnologia stanno costruendo rifugi e sembrano preoccupati dall’intelligenza artificiale in cui investono loro stessi

  • 1 maggio, 08:14
653383640_highres.jpg

Le visioni sul futuro dell'IA di Douglas Rushkoff e Daniel Susskind sono molto diverse

  • Keystone
Di: Pascal Lago (SRF)/sf 

Douglas Rushkoff è professore universitario, ma anche un profondo conoscitore della Silicon Valley dall’interno. È in contatto con Mark Zuckerberg, Elon Musk e Jeff Bezos. I magnati della tecnologia lo stimano perché è uno degli esperti di tecnologia più rispettati al mondo. Gli chiedono di criticarli, sfidarli e consigliarli, rileva un approfondimento di SRF.

Recentemente, Rushkoff ha parlato al pubblico del Gottlieb Duttweiler Institute dei suoi incontri con i capi delle più grandi aziende tecnologiche, e ha affermato che questi miliardari hanno paura dell’intelligenza artificiale.

IA: quando gli inventori hanno paura della loro invenzione (Echo der Zeit, SRF, 13.04.2025)

“Il fondatore di una piattaforma di social media di successo mi ha detto che sta cancellando tutte le sue tracce su Internet. Non pubblica nulla di negativo sull’IA - per paura che possa usarlo contro di lui quando un giorno prenderà il controllo”, ha raccontato Rushkoff. Ha risposto all’uomo che l’IA - se davvero diventasse così intelligente - potrebbe anche dedurre ciò che il miliardario deliberatamente non pubblica su Internet. “Quindi l’IA onnisciente lo scoprirebbe comunque”, dice Rushkoff. Il miliardario non ha potuto fare altro che imprecare.

Un aneddoto che ha fatto ridere il pubblico a Rüschlikon, ma le risate si sono presto spente. “Questi miliardari stanno costruendo bunker con fossati per proteggersi”, ha poi detto Rushkoff. Gli uomini più ricchi del mondo, che stanno spingendo per la tecnologia più recente, l’IA, si stanno quindi preparando per una sorta di guerra civile.

Rushkoff si chiede quindi se come società vogliamo davvero essere guidati da queste persone. Si concentra sugli Stati Uniti e sottolinea che lì lo Stato non può aiutare, perché è in corso uno smantellamento.

Una cosa è chiara: Douglas Rushkoff è un pensatore visionario e un provocatore. Tuttavia, non tutti sostengono le sue conclusioni. Tra questi c’è Daniel Susskind. È un economista dell’Università di Oxford e, come Rushkoff, è uno dei pensatori più letti quando si tratta di intelligenza artificiale. Susskind crede che nei prossimi cinquant’anni circa l’IA porterà a progresso e maggiore benessere sociale.

Non però tutti ne trarrebbero beneficio. “La sfida più grande sarà nella distribuzione o redistribuzione della ricchezza”, afferma Susskind. Per questo motivo, è necessario uno Stato forte per garantire che la prosperità possa essere distribuita equamente tra la popolazione.

Sono necessarie tasse sui robot o sulla tecnologia. In questo modo si potrebbe finanziare un reddito di base o una sorta di garanzia del lavoro. E se a causa dell’IA ci fosse troppo poco lavoro, lo Stato dovrebbe intervenire, sostiene Susskind.

In questo modo, il progresso tecnologico potrebbe addirittura portare a una situazione in cui le persone non debbano più lavorare: le macchine lavorerebbero per noi e la prosperità potrebbe essere distribuita tra la popolazione.

Questo ottimismo non è condiviso dai magnati della tecnologia che investono molto nell’intelligenza artificiale. Secondo Rushkoff, si stanno preparando a scenari apocalittici, e stanno costruendo rifugi di sopravvivenza.

27:28

Erik Davis tra misticismo e tecnologia

Laser 28.04.2025, 09:00

  • © 2025 Eventi letterari Monte Verità
  • Laura Piccina
rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare