Economia e Finanza

BNS, “non accettiamo pressioni”

Intervista a Martin Schlegel dopo la decisione di mantenere allo 0% il tasso guida di riferimento

  • Oggi, 19:21
  • 2 ore fa
Martin Schlegel
04:53

Il tasso guida della Banca Nazionale Svizzera rimane allo 0 percento

SEIDISERA 11.12.2025, 18:00

  • Immagine d'archivio Keystone
Di: Alan Crameri 

Da un anno Martin Schlegel è presidente della Banca Nazionale Svizzera (BNS). A inizio mandato il tasso era all’1%, ma ha subito sorpreso con un taglio di 0.5 punti a fine 2024. Poi in altri due passi è arrivato allo 0%, confermato oggi per la seconda volta di fila. Tempo di un bilancio e di uno sguardo al futuro, in questa intervista alla RSI

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Banca nazionale: il tasso rimane allo zero per cento

Telegiornale 11.12.2025, 20:00

Qualcuno ha detto che ha portato cambiamenti alla Banca nazionale. Addirittura che la cravatta non sarebbe più obbligatoria...

Martin Schlegel: “In realtà non c’è mai stato un obbligo di indossare la cravatta. Siamo però la Banca nazionale, un’istituzione, quindi in certe occasioni è corretto portarla”.

Come oggi infatti... Veniamo alla politica monetaria quindi: un anno fa aveva sorpreso tutti con un taglio importante. Ora però si resta allo 0%. Non volete proprio tornare a tassi negativi come qualche anno fa? In fondo l’inflazione è quasi nulla...

“Abbiamo sempre detto che la soglia per un taglio che porta ai tassi negativi è più alta. Il motivo sono gli effetti collaterali per l’economia. Al momento lo 0% secondo noi è ideale. Per noi resta centrale la stabilità dei prezzi. Se non dovessimo riuscire a garantirla, allora non esiteremo a introdurre tassi negativi o altre misure”.

I sindacati sono preoccupati per il previsto aumento della disoccupazione. Quanto dovrà aumentare perché sia un motivo per abbassare i tassi?

“Il nostro mandato costituzionale è legato alla stabilità dei prezzi, tenendo in considerazione l’evoluzione economica. La disoccupazione è un elemento tra altri dell’evoluzione economica; non c’è un parametro esplicito”.

Parlava prima di “altre misure”, aldilà dei tassi. La Banca nazionale compra valuta straniera quando vuole tenere basso il valore del franco svizzero. Gli Stati Uniti in passato vi hanno accusato di manipolare i mercati: temete questa pressione da Washington anche in futuro?

“A settembre abbiamo pubblicato una dichiarazione congiunta col dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. In questo testo si riconosce che la Banca nazionale svizzera interviene per raggiungere gli obiettivi del suo mandato politico, non per offrire un vantaggio competitivo alle aziende svizzere. Perseguiamo questo obiettivo in maniera indipendente, senza pressioni dalla politica, né svizzera, e tantomeno dall’estero”.

Ultima domanda, sulla capitalizzazione di UBS: il Consiglio federale vuole criteri severi, UBS teme per la sua concorrenzialità, c’è chi teme un trasferimento all’estero. Per la stabilità finanziaria, che è anche un mandato della Banca nazionale, cos’è più importante: che UBS abbia un capitale proprio elevato o che rimanga in Svizzera?

“L’importante è trarre ora le giuste lezioni dalla crisi di Credit Suisse. La Banca nazionale sostiene le proposte del Consiglio federale fin dall’inizio, e posso dirvi: non abbiamo cambiato opinione”.

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