Due italiani sono apparsi negli scorsi giorni davanti a un tribunale di Colombo, in Sri Lanka, con l’accusa di aver cercato di trafugare centinaia di farfalle. Una colpa per la quale rischiano ora 2 anni di galera.
La vicenda risale allo scorso maggio, quando le guardie forestali della Riserva naturale di Yala, nel sud della repubblica asiatica, ispezionando lo zaino dei due turisti, fecero una sorprendente scoperta. Conservate in bustine di plastica e flaconcini c’erano centinaia di farfalle, libellule e altri insetti. I due, un medico ortopedico di 68 anni e il figlio 28enne furono messi subito agli arresti domiciliari. In Sri Lanka è infatti vietato catturare ed esportare qualsiasi insetto, specialmente dalle zone protette.
La notizia è trapelata solo ora, quando i due sono stati portati davanti ai giudici. Il tribunale ha inflitto loro una multa esemplare pari a 180’000 franchi e se non pagano li aspetta la prigione. Stando alle indagini, i due avrebbero pianificato nei dettagli la cattura degli insetti, dotandosi di sostanze attrattive e sacchetti di cera per la conservazione. L’ordinanza riferisce di 101 specie protette, di farfalle e libellule illegalmente catturate allo scopo di collezionarle.
Il medico si è difeso dicendo che si trattava di insetti comuni e non rari e che, da appassionato entomologo, voleva esaminarli al microscopio. Ma la legge srilankese non distingue tra raro e comune. Inoltre la quantità di esemplari catturati con trappole speciali fa pensare a un traffico. In ogni caso, i due hanno intenzione di pagare la multa e tornare così in libertà. Liberi come farfalle... prima della cattura.